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Paradosso Udinese: "3-4 no vax" mettono in difficoltà il club più impegnato contro il Covid

di Ivan Cardia

“Abbiamo, tra staff e giocatori, circa 3-4 persone che sono no vax e che quindi sono a rischio”. Così, nella serata di ieri, Pierpaolo Marino, direttore tecnico dell’Udinese, ha raccontato le difficoltà del club friulano, che in realtà sono condivise anche da altre società e preoccupano parecchio la Serie A, in vista del prossimo campionato. “A loro - ha proseguito Marino - facciamo tamponi tutti i giorni, agli altri 2-3 volte la settimana”. Un paradosso, se si vuole, per l’Udinese: i bianconeri sono infatti stati la prima società italiana a mettere a disposizione il proprio stadio, la Dacia Arena, come hub vaccinale per la città. In precedenza, sempre l’Udinese era stato il club che aveva lanciato il progetto RE-START, un sistema di alert per segnalare agli steward il mancato rispetto del distanziamento sociale. Avrebbe dovuto, nelle idee, aiutare il ritorno del pubblico sugli spalti: non è andata così, in generale, nella stagione conclusa a giugno. Magari, sarà più utile nella prossima; l’Udinese, del resto, è sempre stata all’avanguardia nella sicurezza e nel conciliarla il più possibile con l’impegno sportivo. Mentre oggi si trova a fare i conti con le difficoltà derivanti dall’avere “3-4 no vax” in rosa.


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