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Michele Padovano vuole rientrare nel calcio dopo l'assoluzione: "Basta un progetto serio"

di Pierpaolo Matrone

"Ho sempre creduto nella giustizia, anche quando mi ha bastonato". Pensieri e parole di Michele Padovano, ex Juventus, accusato e poi assolto dopo 17 anni per narcotraffico: "Sapevo di essere innocente, ho rifiutato il rito abbreviato e i possibili benefici. Ho lottato come facevo in campo, non potevo crollare. Ho pianto quando sono stato prosciolto. Ho pianto e abbracciato mio figlio, mia moglie e i miei avvocati. Mi sarei perso senza di loro».

Come ci è finito in questa storiaccia?
"Mai rinnegato le mie origini: sono cresciuto nella periferia torinese: c’è un po’ di tutto. Ma gli amici restano amici anche quando scelgono strade sbagliate. E mi sembrava giusto aiutare uno di loro, prestargli del denaro senza sapere l’uso che ne avrebbe fatto. Ecco, una cosa ho imparato... Prima pensavo che dei propri soldi uno può farne ciò che vuole. Ora so che non è così".

Quando l’arrestarono faceva il dirigente nell’Alessandria, voglia di rientrare nel calcio?
"Enorme... Basta un progetto serio. Spero solo che dopo 17 anni qualcuno si ricordi ancora di me. Una chiamata della Juve? Sarebbe il massimo. Sono qui...".


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