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Mancini: "Belotti non è una seconda scelta. Lui, Sirigu e Zaniolo titolari'"

di Simone Lorini

Roberto Mancini parla in vista della sfida al Liechtenstein, rivelando anche parte della formazione che scenderà in campo domani sera durante la conferenza stampa di Vaduz: "Penso di cambiare molti giocatori. Qualcuno sicuro? Sirigu, Belotti, Zaniolo, Izzo o Di Lorenzo, Romagnoli dipende da come starà, uno tra Grifo ed El Shaarawy, più Biraghi. Non vorrei cambiarli tutti. Jorginho? Vediamo".

Belotti è una seconda scelta?
"Assolutamente. Lui e Immobile partono alla pari, sono tutti e due bravi e non cambia molto se gioca l’uno o l’altro. Non c’è una gerarchia in quel ruolo".

C’è un allenatore che l’ha ispirata nel suo processo di crescita come tecnico?
"Noi siamo umani e facciamo errori in continuazione. Uno migliora facendo errori e non ripetendoli più. Ogni giorno è importante per migliorare e serve per insegnare a questi ragazzi. Non ho avuto tanti allenatori: solo due e per tanti anni ovvero Boskov ed Eriksson. E’ chiaro che mi ispiri a loro".

Che insidia nasconde la gara di Vaduz?
"Si dà tutto per scontato e probabilmente è così, ma ci sono state squadre di blasone che in passato in Coppa Italia sono state eliminate da formazioni di Serie C. Cambiare tutta la squadra potrebbe creare dei problemi e non vogliamo prendere la partita sotto gamba. Qui ultimamente loro non hanno preso goleade e troveremo una squadra chiusa. Le difficoltà ci sono sempre".

Ha dato più libertà ai giocatori in nazionale e forse anche lei è cambiato da ct rispetto a quando allenava nei club. Perché lo ha fatto?
"Quando i giocatori vengono da noi dopo una partita e fanno tre giorni di allenamenti intensi a Coverciano è giusto anche lasciarli liberi un po’ di più. La mentalità inglese non mi ha contagiato perché noi siamo italiani e siamo diversi. Noi prendiamo questi ragazzi 10-12 giorni il mese e non possiamo metterli in forma, ma dobbiamo tenerli in condizione senza spingere troppo in allenamento. Lavoriamo sulle cose tattiche e stop. La libertà in Italia l’hanno sempre avuta e non è una cena in più o in meno che cambia le cose".


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