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Le riflessioni di Ricardo Rodriguez. Dopo 88 partite in due anni al Milan

di Raimondo De Magistris

Ottantotto partite in due stagioni. Quattro gol, tanti assist. L'avventura al Milan di Ricardo Rodriguez non è solo questo, ma i numeri certamente aiutano a delinearla. E raccontano del terzino svizzero come uno degli acquisti più riusciti dell'estate in cui Fassone e Mirabelli provarono a rivoluzionare tutto, a suon di milioni di euro e con tanti volti nuovi.
Forse ci si aspettava qualcosa di più, forse poteva incidere maggiormente. Però il suo posto non l'ha mai perso, né con Montella né con Gattuso. Allenatori che hanno apprezzato la sua professionalità e ne hanno fatto un cardine del Milan nell'ultimo biennio.

Adesso però è diverso. Il vento dalle parti di Milanello è cambiato. Sono cambiati i dirigenti, sono cambiate le idee di mercato: a dimostrarlo, l'acquisto di Theo Hernandez dal Real Madrid, un terzino sinistro in una zona di campo in cui il Milan ha già Strinic, Laxalt e, appunto, Ricardo Rodriguez. Che con lo spagnolo ha probabilmente capito di non essere più al centro del progetto, che dopo due anni dovrà cambiare aria. La valutazione non è fuori mercato e gli interessamenti non mancano: Ligue 1, Premier o il ritorno in Bundesliga. Per Rodriguez, adesso, è il momento delle riflessioni. Prima di prendere una decisione.


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