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Lazio dal giudice Torsello: oggi alle 11 il secondo round del processo tamponi

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall'inviato a Roma

Mentre una Lazio, quella di Inzaghi, lavora sul campo per provare a rendere possibile il miracolo Champions, un'altra Lazio si batte negli organi della giustizia italiana. Alle 11, alla Caf, la Corte d’appello federale presieduta da Torsello, è in programma (da remoto) il secondo atto del processo sui tamponi. Il primo, il 26 marzo, aveva visto cadere le pesanti accuse di penalizzazione che la procura federale avrebbe voluto per la società, sanzionata però con una multa e con le inibizioni per i due medici sociali, Pulcini e Rodia, e il presidente Lotito (7 mesi). Entrambe le parti, difesa e accusa, hanno fatto ricorso perché non soddisfatte dalla sentenza: la Lazio reputa esagerate le pene, che la procura guidata dal pm Chiné vuole invece rendere più aspre.

Omesso controllo” sul rispetto dei protocolli è l'accusa mossa a Lotito, che oggi il legale del club biancoceleste Gentile, con una memoria difensiva di 70 pagine, proverà a scardinare. A Formello sostengono che il presidente non abbia responsabilità oggettiva, non avendo Lotito alcuna competenza in merito ed essendo la Lazio una società strutturata secondo una precisa normativa Figc: le questioni sanitarie, quindi, sono compito dei sanitari. La procura non molla e vuole andare fino in fondo. Se verranno aumentati i mesi d'inibizione, Lotito rischia di perdere la carica federale, che decade qualora si accumulano 12 mesi di inibizione in dieci anni: e il presidente della Lazio ne ha già 2, risalenti al 2012.


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