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L'alba di un nuovo inizio per la Juventus: alla prima in Champions è 3-0 a Malmo

di Marco Conterio
Fonte: dall'inviato a Malmo, Svezia

La Juventus era a pochi passi dal precipizio della crisi ma nell'algida ed elegante Malmo riesce a tornare in equilibrio e a riaccendere il motore. Come una Ferrari in panne, gli ultimi cambi gomme sbagliati, il motore che s'inceppa, il campionissimo al volante che se ne va. Il 3-0 con cui vince in Svezia, chiudendo la pratica già nel primo tempo, suona come un disco nuovo, dell'artista ritrovato, dopo il rehab. Sono tornati i sudamericani, Szczesny ha rimesso i guantoni al posto giusto, Bonucci ha vestito l'immaginaria fascia del leader pur vedendola al braccio di Dybala. Tre punti alla prima della nuova stagione di Champions League sono un'alba, il sole che getta prepotente i suoi raggi sulla strada che verrà.

UN NUOVO INIZIO L'inizio è la storia che è stata finora. La Juventus non riesce a far da padrona ma neppure a incassare. La tribuna stampa dello stadio di Malmo ha una posizione insolita e meravigliosa: è a due file dallo sguardo preoccupato di Allegri, che si sbraccia, predica calma, chiede di aprire il gioco, di accelerare, di velocizzare. Però lo è pure dalla fascia dove Berget inizia, ma finirà presto, a galoppare sulle mattonelle di Alex Sandro. Dopo pochi minuti Rieks sfiora quasi il colpaccio, poi la Juventus torna al volante della sua vita e da quel momento la storia è sua. Il vantaggio è sudamericano: apre Bentancur, crossa Cuadrado, tira Alex Sandro. Vantaggio, abbracci. Ripartenza. Poi pure gestione, la Juventus non riesce ancora a domare il destriero della sua inquietudine. Finche Nielsen, al quarantaquattresimo, non butta giù Morata in area e finché Dybala non raddoppia. Poi, un minuto dopo, Morata trafigge ancora Diawara, giusto per mettere in valigia la serenità a fine primo tempo.

PADRONA DEL CAMPO Il resto del racconto è quello di una Juventus che non fa cambi al 45', perché fiducia chiama fiducia e diventa poi un circolo virtuoso. Il pubblico del Malmo, conscio che essere in Champions è già un bel traguardo, regala applausi davanti a buone giocate, ad aperture, a colpi di tacco e quando i ragazzi di Tomasson dimostrano buona volontà. Sono in 4200 ma nella conca svedese fanno un bel rumore. Allegri intanto non si ferma e continua a sgolarsi, sebbene il risultato sia in cassaforte. Dentro Kean, fuori Morata. Dentro McKennie, fuori Bentancur. La Juventus, in questa nuova alba scandinava, acquisisce ancora più sicurezza e padronanza. Non c'è solo il risultato ma anche la consapevolezza che sotto i cieli di Malmo possa nascere qualcosa di nuovo. O che almeno la burrasca sia alle spalle, che quel baratro profondo sia un ricordo. Ma domenica sera c'è un Diavolo di Milan a raccontare se l'inferno sarà acqua passata.


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