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Juve, la solita pecca: vince senza chiudere. Il rischio finale sia lezione

di Ivan Cardia

Trovare una pecca, alla Juve ineffabile di questa prima di stagione, è quasi un delitto. Il percorso dei bianconeri è immacolato, la squadra in campo trasmette una sensazione chiara, dal primo all'ultimo minuto: vince, perché non c'è alternativa. Non importa come, alla fine la Juve vincerà: è un po' il leit-motiv di questo 2018/2019, in cui la Vecchia Signora è stata un'autentica schiacciasassi. Senza mai esagerare, però. Ed ecco il difetto, che come premesso sa quasi di pelo nell'uovo: la Juve vince perché deve vincere, perché non sa fare altro e gli avversari al suo cospetto sono quasi rassegnati alla sconfitta. Però quasi mai va oltre il compitino, riesce sempre a fare quel che Allegri vuole, ma senza strafare. La vittoria di misura è diventato quasi un mantra, per i ragazzi in bianconero. È successo spesso, anche stasera contro il Milan. La Juve vince, ma non chiude le partite. Soffre con umiltà come ha chiesto il suo allenatore, ma rischia nel finale, come è successo anche in occasione del contatto tra Conti ed Emre Can. Le stagioni si decidono da marzo in poi, ma la lezione di Gedda può anche essere questa: che a volte strafare serve.


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