.

Inter, Djalò prenotato. In attacco tutto dipende da Arnautovic

di Ivan Cardia

Arrivano gli incroci pericolosi. Quelli dell’Inter tra campionato e Champions: a cavallo della prossima sosta si capiranno tante cose circa le ambizioni future della squadra di Simone Inzaghi. Il tecnico nerazzurro è chiamato a gestire le forze, ma pure a tirar fuori il massimo dalla sua squadra perché Atalanta, Juventus e Napoli sono tre visite dal dentista in un mese. Così, di gara in gara si dovrà barcamenare tra le due diverse necessità di alternare gli uomini in campo per non spremere i migliori e di ottenere la miglior prestazione possibile, di conseguenza a risultato.

Tiago Djalò prenotato. A margine del campo, si muove il mercato. Quello dei rinnovi: Mkhitaryan, Dimarco e Dumfries, poi anche Lautaro. C’è tanto da fare, ma non ci dovrebbero essere grandi intoppi. A lungo raggio, arriva giugno: l’idea è di replicare la formula del parametro zero ove possibile, in modo da concentrare le risorse in uno o due colpi. Pare ben impostato - chiuso è un altro discorso - l’affare che dovrebbe finalmente riportare il portoghese, ex Milan, all’ombra della Madonnina. Era già il preferito post Skriniar, se arriverà dovrà scalzare posizioni.

Taremi a gennaio? Più no che si. Sempre a parametro zero potrebbe arrivare, in estate, il centravanti iraniano: a proposito di obiettivi di lunga data. Che vada davvero così è tutto da vedere, per le valutazioni che l’Inter farà da qui all’estate e che non può fare oggi, ma anche per la spietata concorrenza internazionale. A gennaio, offrendo la giusta cifra, sarebbe teoricamente più fattibile. In pratica, allo stato attuale è ancora meno probabile: l’attacco è considerato completo e, a dispetto dello scetticismo generale, Arnautovic valutato un giocatore che può dare il suo contributo nelle rotazioni offensive. L’austriaco, che salterà l’Atalanta ma potrebbe rivedersi in panchina a Salisburgo, anche solo per riassaporare l’aria del gruppo, ha un mese e mezzo per dimostrare che è davvero così. Non dovesse riuscirci, lo scenario cambierebbe. Ma è troppo presto per dirlo.


Altre notizie