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La Serie A e la ripresa: Napoli, Ospina "bloccato" in città. Timido approccio sul taglio ingaggi

di Simone Lorini
Fonte: ha collaborato Arturo Minervini

La Serie A prova a pensare ad un futuro senza Coronavirus, in cui riprendere il campionato 2019-20 da dove si è fermato e tentare di programmare una normalità che possa dare un avvenire allo sport nazionale. In attesa di capire le mosse del Governo circa la possibile ripresa degli allenamenti, i venti club di massima serie si stanno muovendo in tre direzioni: quella di una ipotetica ripresa del campionato, tra favorevoli e contrari, quella di un necessario taglio degli ingaggi per la salvaguardia dei conti e infine quella di un rientro programmato degli stranieri che in alcuni casi hanno scelto di rientrare in patria durante questo difficile momento.

NAPOLI
Ripresa del campionato - L'idea è sempre la stessa: provare a riprendere prima possibile, prendendo tutte le precauzioni del caso. Posizione che resta immutata, con il presidente Aurelio De Laurentiis che sta pensando di organizzare la struttura alberghiera che ospita il Centro Sportivo del Napoli come un grande spogliatoio per garantire a tutti le distanze di sicurezze imposte dal Governo.
Taglio ingaggi - Il discorso è stato avviato, ma in maniera piuttosto timida. A rendere più complicato il raggiungimento di un’intesa c’è la pregressa situazione delle multe per il famigerato ammutinamento dei calciatori nella notte del 5 novembre scorso. Il monte ingaggi lordo dei partenopei è di 110 mln, l’idea di tagliare 2 mensilità garantirebbe un risparmio di 18,3 milioni.
Giocatori all'estero - Nessun problema in casa azzurra per la gestione di eventuali rientri dall’estero di propri tesserati. L’unico che aveva provato a rientrare in patria era stato David Ospina, prontamente bloccato dal club che ha imposto a tutti di non allontanarsi dalla città partenopea.


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