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Il campionato del Genoa, salvezza con il rotto della cuffia. Quasi un miracolo

di Andrea Losapio

Il campionato 2019-20 si è concluso inaspettatamente nel mese di agosto, dopo la chiusura e i lockdown causati dalla pandemia. TMW propone un'analisi delle 20 squadre di Serie A in un anno spezzato in due e una Serie A arrivata al termine quasi inaspettatamente.

GENOA

IL MERCATO DELL'ANNO SCORSO - Tante scommesse per il Genoa, con un grande colpo: Lasse Schone, capitano dell'Ajax, arrivato a parametro zero per mettere a posto il centrocampo. A zero arrivava anche Cristian Zapata, Radu in porta e Ankersen dal Copenaghen. Preso anche Pinamonti e Jagiello. A gennaio, nel mercato di riparazione, anche Adama Soumaoro del Lille, Andrea Masiello dall'Atalanta e Iago Falque dal Torino, più Behrami svincolato e Perin dala Juventus.

GLI OBIETTIVI - Era migliorare una salvezza molto risicata, arrivata con la paura della sfida contro la Fiorentina e l'orecchio attaccato alla radiolina. Nei limiti del possibile è stato fatto, visto che bastava una vittoria e il Genoa sarebbe stato padrone del proprio destino. Così è stato, ma è un'altra annata di sofferenza.

PRIMA DEL COVID - Spezzare in due la stagione era, probabilmente, pre e post avvento di Nicola. Prima la squadra era ultima a 11 punti in classifica, con parecchie lunghezze di ritardo rispetto alla salvezza. Prima della pandemia i punti erano uguali al Lecce, in quello che poteva essere uno spareggio drammatico per la salvezza. Tanti problemi ma una buona ripresa soprattutto nel momento immediatamente precedente allo scoppiare del'epidemia, a inizio marzo.

POST PANDEMIA - Alti e bassi ma sempre abbastanza spedito, con una media punti maggiore a un punto a partita. In particolare è fondamentale la vittoria contro la Sampdoria, nel derby del Ferraris. Fosse arrivato anche solo un pareggio probabilmente il Lecce avrebbe avuto molte più chance. Anche i tre punti, proprio con i giallorossi, sono stai fondamentali.

CONCLUSIONI - Un altro anno in barca per il Genoa, incapace di costruire un progetto e con tantissimi giocatori cambiati a ogni finestra di mercato. Questo di Nicola è stato davvero un miracolo, non tanto perché non c'era qualità, quanto per un ambiente depresso che sembrava oramai destinato a salutare la Serie A dopo 14 stagioni.


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