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Hellas, fiducia agli Under 21 più di chiunque in Italia. Lovato e Ilic i fiori all'occhiello

di Luca Chiarini

Nello studio pubblicato in settimana dal CIES, il centro internazionale di studi sullo sport, appena due italiane figurano nella speciale classifica delle squadre che hanno maggiormente impiegato i loro Under 21 nella stagione corrente. Un'esigua rappresentanza che certifica un metodo, quello italiano, che in nome dell'ora e subito ha la tendenza a prediligere l'usato sicuro, anziché il talento imberbe e ancora un po' acerbo. Nell'Inter prima in classifica, tanto per citare il caso più eclatante, gli Under 21 impattano sul minutaggio complessivo della squadra per lo 0%. Zero minuti, niente di niente. Capofila di un movimento che di virtuoso ha ben poco sotto questo profilo è l'Hellas Verona, quattordicesimo nella graduatoria redatta dall'osservatorio con l'11,7% dei minuti totali appannaggio dei suoi talenti nati dal 2000 in poi (due gradini più in basso troviamo invece il Cagliari, con l'11,3%).

LOVATO - I due fiori all'occhiello di questa linea verde sono ovviamente Matteo Lovato e Ivan Ilic: 1353 minuti accumulati sin qui in Serie A il primo, qualche decina in meno (1296) il secondo. Quasi un paradosso - certamente benaugurante - che sia proprio un italiano il primissimo esponente della meglio gioventù scaligera. Ma tant'è: Matteo è probabilmente il più pronto di questo ristretto novero, anagraficamente il più maturo (è l'unico nato nel 2000, insieme a Pandur). Guai però a vaneggiare così precocemente un futuro da grande star: Juric s'infuria quando legge o sente esaltazioni eccessive del suo difensore. La sua posizione è sempre stata coerente, equilibrata: le doti non si discutono, la prospettiva è rosea, ma - tanto per intenderci - non ci troviamo di fronte al nuovo Kumbulla.

ILIC - L'altro, dicevamo, è Ivan Ilic. Scuola City, gavetta nella seconda serie olandese. Un perfetto signor nessuno - non per gli addetti ai lavori - che a Verona ha mostrato per la prima volta al grande pubblico un biglietto da visita che reca fisicità, visione e tanto talento. Un colpo in puro stile D'Amico che, parola di Juric, potrebbe fare le fortune dell'Hellas che verrà. In questo caso molto, se non tutto, dipenderà dalla voglia e soprattutto dalla forza economica che il club saprà dispiegare per riscattarlo dai Citizens.

GLI ALTRI - 1179 minuti per il resto di un gruppone che è ben assortito: buona parte di questo gruzzolo proviene dal minutaggio di Colley e Salcedo, e in modo residuale dal canterano Udogie, mentre Pandur e Amione si son visti appena in Coppa Italia. Situazioni che differiscono - pure diametralmente - tra loro: Pandur con un po' di pazienza può essere il portiere del domani, Amione stuzzica Juric, che però non lo considera ancora da prima squadra, per Colley e Salcedo è prevista un'opzione di acquisto (e una contropzione, nel caso del 2001 di proprietà interista) che il club valuterà se esercitare o meno. Al di là delle singole traiettorie, però, un concetto è chiaro: a Verona si punta e si investe sul futuro più che altrove.


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