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Genoa, le assenze (e le partenze) incidono: Gilardino chiede di più e dà fiducia a Vitinha

di Andrea Piras

Un momento così negativo Alberto Gilardino non lo aveva ancora vissuto. Da quando è sulla panchina del Genoa, il tecnico rossoblù sta attraversando forse il primo periodo dove i risultati non arrivano. La sconfitta casalinga di sabato sera contro la Juventus non ha aperto la crisi, non si può ancora parlare in questo senso in quanto siamo ancora a fine settembre, ma certamente ha fatto alzare il livello dell'attenzione. La settimana appena trascorsa ha portato solo amarezze, dalla sconfitta di Venezia a quella contro i bianconeri di Thiago Motta passando per il derby perso ai rigori. Oltre a diversi ko fisici da Malinovskyi a Badelj passando per Messias.

Il mercato incide
Il mercato ha portato lontano dalla città della Lanterna elementi del calibro di Gudmundsson e Retegui, il primo abile a spostare gli equilibri e trasferitosi alla Fiorentina e il secondo capace di capitalizzare al meglio i palloni all'interno dell'area di rigore e acquistato dall'Atalanta. Adesso il peso dell'attacco, al netto delle assenze di Messias ed Ekuban, passa giocoforza dalle prestazioni di Pinamonti e Vitinha, il primo capace di combattere contro le difese ma il secondo non ancora capace di incidere come lui sa fare.

Gilardino chiede di più
E il tecnico del Grifone, intervenuto al "Ferraris" in conferenza stampa, ha chiesto di più dalla sua squadra, in particolare da certi giocatori. "Voglio di più da certi giocatori, è naturale, sennò diventa difficile". Fra questi però non c'è il portoghese che ha da sempre goduto della fiducia del suo tecnico. "Ha fatto una buona partita, si sacrifica. Anche lui è un attaccante. Può e deve determinare" ha sottolineato il Gila dando carota e bastone ad un giocatore che deve essere capace di spostare gli equilibri della partita. E del campionato del Genoa.


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