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ESCLUSIVA TMW - Marchionni: “Chiesa deve stare tranquillo. Deve togliersi di dosso le attese”

di Simone Dinoi

Marco Marchionni ha vissuto in lungo e in largo il nostro calcio vestendo le maglie, fra le altre, di Parma, Juventus e Fiorentina ottenendo grandi soddisfazioni nel corso della carriera. Carriera che adesso lo vede dare il via al percorso di allenatore sulla panchina del Foggia dove sta ben figurando in Lega Pro dopo l’esperienza da vice alla Carrarese. La redazione di TuttoMercatoWeb.com ha contattato in esclusiva l’ex centrocampista e attuale tecnico del club pugliese per commentare l’avvio di stagione in quel di Foggia e le vicende in casa Juventus e Fiorentina.

Marchionni, a Foggia dopo un inizio difficoltoso avete svoltato raggiungendo il settimo posto in classifica: quanto è soddisfatto della crescita della squadra?
C’è tanta soddisfazione, è come se avessimo voltato pagina. Non navigavamo in belle acque ma dalla partita col Bari poi la situazione è andata in crescendo. I ragazzi hanno iniziato ad assimilare tutte le situazioni che provavamo in allenamento, è cresciuta l’autostima. Il percorso è ancora lungo però quando la squadra si compatta e si aiuta si riescono a fare prestazioni importanti”.

Che cosa è scattato dopo quelle quattro sconfitte consecutive di ottobre? E qual è il vostro obiettivo stagionale vista la risalita nella graduatoria?
L’obiettivo resta sempre la salvezza. È scattato l’orgoglio di un giocatore, che dopo quattro sconfitte di fila deve venir fuori. È venuto fuori l’orgoglio di squadra, non del singolo, che ha portato a compattarci, a parlare dei problemi e a risolverli. I ragazzi sono stati bravi e bisogna far loro i complimenti. Dopo quattro sconfitte c’era un derby sentitissimo con il Bari, da lì la squadra è venuta fuori”.

Mercoledì chiudete il vostro 2020: ci fa un resoconto su questi primi mesi a Foggia e sul suo anno a livello personale?
È stato un anno intenso. Abbiamo fatto i playoff con la Carrarese, poi in Toscana è finita e volevo fare il corso UEFA Pro. È capitata quest’occasione che mi sta facendo vivere il primo anno da allenatore in prima che mi sta regalando belle soddisfazioni. A Foggia il bilancio per ora è positivo anche se voglio sempre di più e continuare a migliorarmi. Però sono contento perché quanto sto facendo mi sta piacendo”.

Passando alla sua esperienza a Torino: lei era stato acquistato per la Juventus di Capello ricca di campioni, poi però si è ritrovato a dover disputare il campionato di Serie B. Quanto è stato difficile riadattarsi psicologicamente a questo cambiamento di prospettive?
C’è stato poco sacrificio. Io ho sempre pensato che quando si dà la propria parola non la si rimangia. Era bello scegliere una Juventus tra le più forti d’Europa, poi è normale che il rammarico c’è stato dopo quello che è successo. Ma io avevo dato una parola, sono voluto restare e mi sono detto che magari potevo essere quel giocatore che riportava la Juve dove meritava. Sono stati tre anni bellissimi dove mi hanno insegnato che un giocatore deve sempre pensare alla vittoria. Quando sei in un’altra squadra magari sei portato alcune volte ad accontentarti, alla Juve non puoi. Stare vicino a campioni che erano abituati ad avere quell’obiettivo mi ha aiutato a diventare quello che sono adesso”.

Ha stretto rapporti più duraturi con qualcuno in particolare in quegli anni?
Ho avuto la fortuna di giocare con tanti campioni ma di avere anche compagni con cui passare i momenti extracampo. Cristiano Zanetti, Chiellini, Giannichedda, Iaquinta, Amauri… Avevamo un bel rapporto e sono quelle persone che quando poi vivi fuori ti rendi conto di chi sono realmente, vedi quelle sfumature che magari al campo non capti”.

Lei ha giocato quel Real Madrid-Juventus del 2008 in cui avete vinto 2-0 con doppietta di Del Piero. Una serata storica per tutto il mondo bianconero, che ricordi ha di quella partita e della standing ovation del Bernabeu?
È stato proprio quello il bello della partita… Un intero stadio che si alza in piedi per applaudire un tuo compagno di squadra che è stato un’icona della Juve è stata una bellissima sensazione, ancor più della vittoria”.

Che idea si sta facendo sul calcio di Andrea Pirlo e su questa nuova Juventus?
Andrea è uno che determina da sempre, prima con i piedi e adesso con la voce. Questa Juve sta prendendo la sua fisionomia, piano piano sta dimostrando di essere forte. Riesce a essere una squadra che capisce i momenti della partita: quando c’è da soffrire, quando c’è da combattere. Andrea è stato bravo in questo. Gli attori principali sono sempre i giocatori però Andrea è bravo a non subire le pressioni”.

Stasera si gioca Juventus-Fiorentina, lei l’ha giocata con entrambe le maglie: cosa cambia nel vivere la partita da un lato e dall’altro?
Alla Juve è una partita come le altre, da vincere e basta. A Firenze viene vissuta come una grande sfida ed è bello perché vivi la settimana prima della gara dove i tifosi ti incitano, ti stanno vicino e ci tengono particolarmente”.

Sarà una partita speciale per Chiesa. Che gara può essere mentalmente per lui e quanto può incidere la pressione?
Alla Juve non devi farti condizionare da altro. Spero che Federico stia tranquillo e faccia quello che deve fare, che si tolga di dosso tutte le attese perché alla Juve non ti permettono cali di tensione”.

Cosa succede alla Fiorentina, perché non riesce a esprimersi? Il livello qualitativo della rosa sulla carta è alto...
Non è facile quando c’è un cambiamento riuscire subito a ottenere i risultati perché ci sono tante situazioni da mettere a posto, altrimenti non si cambiava guida tecnica. È normale che tutti si aspettano di vedere il Prandelli di prima, ma ogni momento e ogni stagione è a sé. Io so solo che il mister conoscendolo sta sicuramente facendo di tutto per risolvere e far tornare la Fiorentina dove merita”.

È stato allenato da Prandelli, che rapporti ha avuto e che ricordi ha?
Ho sempre avuto un bellissimo rapporto col mister, siamo sempre stati in sintonia. Mi dispiace che sta avendo questi risultati che non arrivano. So che lui quando è a Firenze, essendo la sua squadra, ci mette sempre più passione. Mi dispiace vederlo così ma sono sicuro che ne uscirà, è l’allenatore adatto per questa Fiorentina perché i viola hanno bisogno di persone che tengono alla maglia. Lo era anche Iachini ma purtroppo con lui non è andata…”.


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