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Differenze fra lo scout in Italia e in Premier. Pizzoli: "Al Chelsea funziona così..."

di Simone Bernabei
Fonte: Alessio Alaimo

Alessandro Pizzoli, storico collaboratore del direttore sportivo Fabio Lupo che ha all'attivo anche un'esperienza nel comparto scout del Chelsea, ha parlato alla Palermo Football Conference:

Le principali differenze fra le metodologie di scouting in Inghilterra e in Italia?
"Grosse differenze non ce ne sono, forse a livello organizzativo societario c'è un investimento maggiore e quindi più possibilità di andare a trovare giocatori di un certo profilo. A livello tecnologico c'è un utilizzo più ampio delle varie piattaforme tecnologiche. Al Chelsea ho trovato una filosofia comunque vicina alla nostra, legata all'andare a vedere i giocatori. I numeri venivano trattati ma non osannati".

C'è stato anche un approccio del Newcastle...
"Sono stato contattato dal Newcastle, arrivato ad un certo punto mi è stato detto che loro avrebbero guardato i dati e mi avrebbero segnalato i giocatori da andare a vedere. Io faccio questo lavoro da 30 anni, i giocatori da vedere li scelgo io. I giocatori poi vanno contestualizzati, ci sono le categorie e parametri atletici, tecnici e tattici da considerare. Non è detto che un giocatore che gioca bene in Italia possa essere considerato di alto livello in Inghilterra. Casadei io l'ho proposto quando sono arrivato al Chelsea, giocava in Under 17 e costava 180 mila euro. Lì non andava bene, poi quando costava 20 milioni lo hanno comprato... C'è una mentalità diversa".

Un retroscena su Sandro Tonali. Quando lavorava al Palermo è stato vicino al colpaccio...
"Siamo stati sfortunati... Stavamo trattando il prestito di Embalo. Conoscevo Tonali che giocava in Under 17, Fabio Lupo lo chiese ma il sabato successivo giocò titolare contro di noi a Palermo e fece una grandissima partita. E Cellino ci chiuse le porte a quel punto".


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