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Caso plusvalenza, avv. Chiacchio: "Juve condannata perché ci sono confessioni e documenti"

di Andrea Piras

L'avvocato Eduardo Chiacchio ha parlato ai microfoni di Tele A nel corso della trasmissione "Terzo Tempo" sulla faccenda legata alla Juventus: "Al Collegio di Garanzia del Coni siamo in un grado di appello - riporta TuttoNapoli.net - che poi è un grado di Cassazione. Per poter rimuovere la sentenza che ha dato 15 punti di penalizzazione alla Juventus, è necessario che venga riscontrato un vizio di legittimità della sentenza che ha condannato il club bianconero. Già nel procedimento a cui ho partecipato come difensore del Novara, i legali della Juve posero la loro attenzione su un presunto ritardo del procuratore federale per proporre il ricorso per revocazione. Quella eccezione, però, fu prontamente rigettata dalla corte con un’ottima motivazione. -15 perché pena afflittiva per togliergli la Champions? Il -9 fu dato perché in quel momento sarebbe andata fuori dalle coppe europee, ma in quel momento... la corte ha inasprito la sanzione perché con due gare sarebbe rientrata nella corsa europea. Perciò si arriva a -15, altrimenti con due gare per la corte non sarebbe stato giusto. Plusvalenze? Il procuratore chiese al massimo ammende per uno o due plusvalenze, quindi sporadiche. Quando non c'è un sistema, e soprattutto non ci sono confessioni tramite intercettazioni, sarà quasi impossibile condannare un club. La Juve è stata condannata perché ci sono confessioni, manoscritti, intercettazioni equiparate a confessioni".


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