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Caliendo: "Per i calciatori penso a un sistema cautelare, ho un piano da esporre ad Abodi"

di Pierpaolo Matrone

Antonio Caliendo, il primo procuratore del calcio italiano, sta per compiere 80 anni, ma ancora delle idee per lo sport più popolare del nostro paese. Una in particolare, esposta in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport: "Voglio parlare di una cosa che mi sta parecchio a cuore e riguarda i calciatori e il loro futuro. Troppi ne ho visti rovinarsi con le scommesse online o le spese pazze. C’è chi è venuto a piangere da me. Il rapporto col denaro di molti di loro è sconvolgente. So di un giocatore italiano che un giorno ha acquistato a Londra un giubbotto che costava un milione e 200mila euro. Vi sembra normale? Ho preparato un piano che vorrei esporre al ministro Abodi, a Malagò, a Gravina, col quale ho avuto dei contatti indiretti. Il mio progetto potrebbe evitare molti guai ai calciatori, dopo.

La mia idea procurerebbe benefici a tutti, anche allo Stato. Provo a esportela sinteticamente. Il primo contratto da professionista per un talento di 17, 18 anni va da 80 a 100mila euro, è una media. Se partendo da quel punto il 40 % dello stipendio confluisse in un fondo cautelare controllato dal Governo, non dall’Aic perché ho una pessima considerazione dell’Associazione Calciatori, dopo 15 anni, attraverso investimenti mirati, il giocatore si ritroverebbe con una somma in grado di salvaguardare il post-carriera. La percentuale dovrebbe essere applicata anche ai contratti più importanti, milionari. Ti rendi conto del volume che raggiungerebbe e delle proiezioni sul mercato finanziario?".


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