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Berardi, l’ultima bandiera della Serie A. Raspadori, il coraggio di fare il grande salto

di Ivan Cardia

Diventare grande, ma nel Sassuolo. Ieri, oggi e domani: Domenico Berardi ha deciso, ancora una volta. Il neroverde è il bicolore che gli sta meglio addosso, l’unico che a questo punto vestirà nella sua carriera da giocatore. Nel 2027, Mimmo avrà 33 anni: il rinnovo ufficializzato ieri è probabilmente solo il penultimo contratto della sua carriera. Ma di sicuro è quello che chiude una porta: a meno di sorprese e clamorose rotture, il fantasista di Cariati. Una scelta in controtendenza rispetto ai suoi numeri: nell’ultima stagione, Berardi è stato uno dei migliori esterni d’attacco d’Europa. Non rispetto alle sue decisioni passate: quando era in odore di fare il grande salto, alla fine ha sempre scelto di rimanere in Emilia.

La storia infinita e la comfort zone. Come tutte le storie, anche quella di Berardi ha tanti modi di essere raccontata. Inevitabilmente, il Sassuolo e il diretto interessato hanno scelto quella della vicenda d’amore. Tra le lusinghe delle big e la società che lo ha scoperto su un campo di calcetto, ormai tredici anni fa, Domenico ha scelto quest’ultima. È una chiave di lettura a tutti gli effetti corretta: Berardi è l’ultima bandiera della Serie A. In tempi nei quali i più romantici rimpiangono i Maldini, i Totti, i Del Piero, la gente capace di tenersi una e una sola maglia addosso per tutta la carriera, il calabrese ha fatto proprio quella scelta lì. Il rovescio della medaglia? Che all’amore si lega la comfort zone: è successo in passato, è capitato di nuovo. Pur potendo fare il grande salto, pur avendone i numeri, Berardi non ha rischiato il balzo nell’ignoto del grande calcio. E quei simboli di cui sopra - i Maldini, i Totti, i Del Piero - sono diventati grandi calciatori anche perché l’unica maglia era quella di una big. Berardi, se sarebbe potuto diventare tale, non lo sapremo mai. O meglio, lo sarà, lo è già, ma per il Sassuolo.

Raspadori sta facendo un’altra scelta. L’altro prodotto di eccellenza del vivaio neroverde, Giacomo Raspadori, sta per prendere un’altra strada. Quella che Berardi non ha mai voluto imboccare: per poco coraggio o per troppo amore? Si torna lì. Il classe 2000 è sempre più vicino al Napoli: manca ancora qualcosa, ma la svolta per la chiusura è dietro l’angolo. E poi, per l’attaccante che ha le stigmate del predestinato, ci saranno i rischi che il suo predecessore non ha preso: la Champions, le sfide di vertice, l’adrenalina e le pressioni. Onori e oneri. Non è questione di qualità, a volte pesano di più i desideri, i caratteri, le ambizioni. E alla fine l’unica scelta giusta è quella che ti porta dove volevi davvero essere all’inizio del percorso. Anche se questo lo scopri solo alla fine.


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