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Atalanta, Juve, Milan e non solo. Vieri si racconta: "A Pisa ho fatto male, ero inguardabile"

di Tommaso Bonan

"Tornassi indietro giocherei fino a cinquant'anni, se fai il calciatore ami questo sport. Non c’è un mio ex compagno che non tornerebbe indietro a rifare tutto". Parla così Christian Vieri, nella lunga intervista a Radio Serie A tra calcio giocato e non solo. Tra le altre cose, l'ex attaccante racconta anche varie esperienze degli inizi di carriera: "Ho fatto male a Pisa e mi dispiace. Ero inguardabile, forse ero troppo presuntuoso perché arrivavo da golden boy della Primavera. Poi sono andato a Ravenna, in Serie B. Un posto fantastico, ma purtroppo abbiamo fatto molta fatica. Discoteche e pagine di giornale? La gente ti butta giù. Io sono diventato forte da solo, non mi interessano cose che non posso controllare. La gente parla, i giornali parlavano e io lasciavo fare. Nel tempo libero andavo al mare e in discoteca, come tutti i ragazzi della mia età, ma se lo fa un calciatore diventa un dramma. Vi racconto un episodio divertente: un giorno, quando giocavo all’Inter, mentre andavo ad allenamento mi ha chiamato mia mamma e mi ha chiesto: “dove sei?” e io le ho risposto “sto andando alla Pinetina”, lei si è arrabbiata con me perché pensava che stessi andando al locale Pineta. Questo per far capire".

Sul Venezia
"Abbiamo cambiato 4 allenatori, il migliore è stato Maifredi. Era di una simpatia incredibile. Non siamo riusciti a fare bene. Mi sono operato alle tonsille, non è stato un anno positivo a livello di calcio, ho avuto troppi problemi".

Su Atalanta e Juventus:
"All’Atalanta c’era una squadra giovane, io mi sono fatto male qualche volta. A Bergamo abitavo nella Città Alta, sono stato molto bene. La Juventus invece mi ha introdotto nel grande calcio. Grandi allenatori, grandi dirigenti, una squadra fenomenale piena di talento. Con loro mi sono fatto tantissime risate, c’era un grande gruppo. Quell’anno siamo arrivati io, Amoruso, Iuliano, Montero, Boksic e Falcioni. Noi 4 eravamo sempre insieme, dalla mattina alla sera. Ricordo un particolare: l’allenamento era alle 14.30, in ritardo si pagava una multa. Un giorno ho deciso di presentarmi al campo in anticipo, alle 14. Quando sono arrivato, ho visto che tutti erano in palestra ad allenarsi da ore. Avere compagni così ti fa capire che hai tutto per diventare quello che vuoi, dipende sempre da te. Con Lippi ho avuto una discussione, ma è stato solo un battibecco, non è successo niente".

Sul Milan
"Ero libero perché avevo rescisso. Volevo tornare all’Atletico Madrid, ma non avevano bisogno di attaccanti. Ero sul mercato, Galliani mi ha chiamato e sono andato. Era la rivale, sapevo che avrebbe dato fastidio, ma a quel punto sono andato là perché volevo rimanere in una grande squadra. Ho giocato poco, non riuscivo a far gol. Non giocavo spesso, ma sono stato benissimo. Sei mesi sono passati velocissimi, il titolare era Inzaghi ma c’era il mondiale e io volevo giocare. Quindi sono andato a Monaco, che è stata una bella parentesi. Giocavo e stavo bene, poi mi sono fatto male al ginocchio e non sono riuscito ad andare al mondiale".


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