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Allegri: "Chi vince è più bravo. Non c'è più mestiere, è tutta teoria"

di Michele Pavese

Nel corso della conferenza stampa indetta per spiegare le motivazioni del suo addio alla Juventus, Massimiliano Allegri è tornato anche sull'annosa questione del vincere e giocare bene, che lo ha accompagnato soprattutto nell'ultimo anno: "C’è stato un confronto con tutti, giornalisti e opinionisti. Alla fine, se lavori per la Juve, devi sapere che devi arrivare in fondo a qualsiasi competizione e vincere. Come allenatore ho sempre dovuto e dovrò sempre analizzare la prestazione e non il risultato, perché è dalla prestazione che arriva il risultato. Ci sono momenti in cui giochi bene, altri in cui giochi meno bene. Quando abbiamo fatto 15 vittorie nell'anno della rincorsa, non giocavamo un calcio straordinario. Eppure con 2-3 occasioni vincevamo ed eravamo solidi. Difendere non è una vergogna: la partita di Cardiff l'abbiamo persa non perché loro hanno fatto più gol, ma perché loro hanno difeso da squadra, meglio di noi. Giocar bene non vuol dire niente, io non ho ancora capito cosa significhi, alla mia età. Il calcio è fatto di tante categorie: giocatori che vincono e che perdono; dirigenti che vincono e che perdono; allenatori che vincono e che perdono. Ci sarà un motivo per cui qualcuno non vince mai? Io ho perso solo un torneo amatoriale a Livorno, ci sarà un motivo? Non c'è più mestiere, è tutta teoria. Quelli che vincono sono più bravi degli altri, piaccia o non piaccia".


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