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All'Olimpico il gioco ha battuto le individualità

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall'inviato allo Stadio Olimpico, Roma

All’Olimpico ieri sera si sono affrontate due squadre diverse. Una che ha fatto del gioco corale il proprio punto di forza, l’altra che si è affidata per lo più alla forza (notevole) dei singoli. E ha vinto la prima, ovvero la Lazio, contro un'Inter che viene superata in classifica proprio dai biancocelesti, secondi a -1 Juventus. Tornando allo scontro diretto di poche ore fa, è stata lampante la differenza tra le due formazioni in campo. Per la maggior parte della partita, la Lazio ha avuto il possesso e il pallino del gioco in mano. E ha costretto gli avversari a stare bassi, con il baricentro di poco fuori la propria area di rigore. Ha poi sofferto, ma soltanto per le giocate di Lukaku, le accelerazioni di Young e i break in mezzo al campo di Vecino. Mai per azioni costruite, intense e continue, che sono state invece il punto di forza della banda di Inzaghi. Palla costantemente in movimento, terzi di difesa alti in fase di possesso e quinti aperti pronti ad andare. E poi con Luis Alberto e Milinkovic, in serata di grazia, a giganteggiare a centrocampo.

È stata più propositiva e coraggiosa la Lazio, con Inzaghi che ha sottolineato l'importanza del gruppo. “Non bisogna parlare dei singoli, dobbiamo elogiare la squadra che supporta i top player di cui si parla sempre. Riusciamo ad essere equilibrati e a giocare un ottimo calcio”. I biancocelesti, al 19esimo risultato utile consecutivo, viaggiano con numeri impressionanti: hanno la miglior difesa (21 gol subiti) e il secondo miglior attacco (55 reti all'attivo, soltanto l’Atalanta con 63 vanta uno score migliore). Non può essere casuale tutto ciò e come ha ricordato anche Milinkovic nel post gara il merito va condiviso: “In questa partita non c’è solo la mia firma ma quella di tutta la squadra. È quello che ho detto pochi giorni fa: siamo una famiglia e si vede sul campo. Lavoriamo e speriamo di rimanere lì in classifica”. Che è entusiasmante per la Lazio e ora non si può nascondere. La Roma quinta è a -17, mentre la vetta bianconera dista solo 1 punto. Sognare è possibile, l’ambiente è legittimato soprattutto alla luce di vittorie del genere. Da qui a maggio mancheranno quattordici partite (non ci saranno coppe per i biancocelesti) e tra due giornate ci sarà lo scontro diretto tra Juventus e Inter. Quello sarà un altro snodo cruciale del campionato, ma a Formello nessuno ha mai fatto voli pindarici. C'è da giurare che non li faranno neanche adesso, perché come ha detto Acerbi: “Passo dopo passo, una partita alla volta”.


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