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Tomori al CorSport: "Lo scudetto l'inizio di un ciclo. Il segreto? Il lavoro di squadra"

di Micol Malaguti

Pilastro della difesa del Milan, Fikayo Tomori ha raccontato le emozioni della vittoria alle colonne del Corriere dello Sport: "E’ il mio primo titolo con il Milan e mi auguro sia soltanto l’inizio". A discapito dei pensieri di molti, i rossoneri hanno conquistato un titolo che non sembrava scontato: "Noi sapevamo sin dall’inizio di essere forti e che potevamo vincere - spiega però Tomori. Quando sono arrivato, un anno e mezzo fa, eravamo primi in classifica e avevamo come obiettivo un posto in Champions. L’abbiamo raggiunto, ma senza prenderci lo scudetto. E’ stato naturale, quindi, cominciare questa nuova annata con il proposito di portare a casa un trofeo. Ripeto è una sensazione bellissima. E mi fa ancora più piacere, perché qui mi trovo alla grande". Il titolo di campioni d'Italia può quindi rappresentare il via per l'inizio di un nuovo ciclo e di questo ne è sicuro anche il difensore inglese che racconta: "Adesso sappiamo cosa ci vuole per vincere. Quindi dobbiamo andare avanti allo stesso modo anche il prossimo anno. Vogliamo confermarci campioni, conquistare più trofei possibile e fare meglio in Champions. Avremo ancora più fame e saremo ancora più forti, ne sono sicuro". Tomori è arrivato a Milano dall'Inghilterra e, a differenza di molti, si è subito adattato al calcio italiano. "Fondamentalmente, è soprattutto una questione di intensità - spiega il difensore a proposito delle differenze tra il calcio italiano e quello inglese -. In Inghilterra ce n’è molta di più. E c’è anche più corsa. Ma in Italia c’è maggiore tattica e si lavora innanzitutto come squadra e come reparto, prima che individualmente. Per il resto non ci sono tante differenze, solo piccoli dettagli, nulla di sostanziale". A proposito di reparto, la difesa è stato uno dei punti fermi del Milan di Pioli, anche grazie al feeling creatosi tra i protagonisti: "Che si tratti di fase difensiva o di quella offensiva resta comunque un lavoro di squadra, non soltanto di un reparto o di uomini. Il lavoro è il vero segreto. E noi ne abbiamo fatto tanto - continua il difensore -. E’ da questo impegno, da questa applicazione sono nati i miglioramenti. Ammetto che nelle ultime 10-11 partite effettivamente il livello della nostra difesa è stato davvero altissimo. E, nel momento in cui non incassi gol, avendo davanti gente come Leao o Giroud che è in grado di segnare in ogni momento, allora tutto diventa più facile" conclude il giocatore del Milan.


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