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Scommesse, l'avv. Chiacchio a Tuttosport: "L'omessa denuncia può portare sanzioni"

di Stefano Bertocchi

Le indagini sul caso scommesse continuano. Oltre alle prove si va anche alla ricerca di eventuali coinvolgimenti di chi sapeva ma non ha denunciato, violando di conseguenza l’articolo 24 comma 5 del Codice di Giustizia Sportiva. Intervistato da Tuttosport, l’avvocato ed esperto di diritto sportivo, Eduardo Chiacchio, spiega che "l’omessa denuncia comporta l’avvio di un’azione disciplinare a carico di chi aveva cognizione, in questo caso di scommesse, ma non ha immediatamente denunciato i fatti. La sanzione minima, se accertata la colpa, è di sei mesi di squalifica più un’ammenda a partire da 15.000 euro. Anche in questo caso l’incolpato può patteggiare pre e post deferimento o collaborare ed avere sconti ancora più consistenti sulla pena. Sta poi ai difensori dell’incolpato scegliere la miglior strategia".

Ma come si dimostra l’omessa denuncia?
"Generalmente l’omessa denuncia deriva dal coinvolgimento del tesserato che scommette. A quel punto difendersi è molto difficile, perché nasce dal concetto del “cui prodest” (a chi giova, ndr). Ci si chiede perché il tesserato dovrebbe coinvolgere una terza persona, dicendo che un compagno di squadra sapeva della scommessa? Ecco perché è difficile difendersi da un'accusa simile".


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