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Jacobelli sull'esonero di De Rossi: "Modalità da film americano di second'ordine"

di Andrea Piras

Nel corso dell'articolo di fondo pubblicato sull'edizione odierna di Tuttosport, Xavier Jacobelli si è soffermato sull'esonero alla Roma di Daniele De Rossi: "Della Roma, come Totti, storia, simbolo: ieri, oggi e domani. Un giorno i Friedkin passeranno, com’è passato Pallotta, ma De Rossi e Totti non passeranno mai. (...). De Rossi, l’unico capace di permettere ai tifosi di assorbire lo choc della cacciata di Mourinho; De Rossi che la Roma, in una travagliata contingenza di gioco e di risultati in un ambiente arroventato, la Roma aveva riportato in Europa League. (...).

Le modalità del maleducato, brutale esonero di De Rossi sembravano prese da un film americano di second’ordine: il tecnico che si presenta puntuale alle 7.30 del mattino a Trigoria, il suo posto di lavoro; prepara la seduta di allenamento con lo staff quando gli notificano che è stato licenziato e viene invitato a lasciare subito il centro sportivo.

Ma che razza di modo di fare è questo? Ma il rispetto? Lo stile? L’educazione? Mancavano soltanto gli scatoloni e poi la scena sarebbe stata completa. La durissima protesta dei tifosi romanisti è logica, scatenata da una scelta nei modi e nei tempi sciagurata (...). Le Bandiere, con la B maiuscola, sono troppo ingombranti per chi non sa nemmeno dove stia il pennone su cui issarle".


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