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Tite e la "danza del piccione": "Cultura, non sfottò. Ballerò ancora ma devo allenarmi di più"

di Gaetano Mocciaro

Ha fatto il giro del mondo il "ballo del piccione" di Tite nel corso di Brasile-Corea del Sud. Il commissario tecnico della Seleçao, incalzato da Richarlison (l'inventore della danza) dopo il 3-0 si era dilettato in un paio di passi che da una parte ha suscitato l'ilarità generale, dall'altra è stata oggetto di discussione, con alcuni a polemizzare circa una mancanza di rispetto nei confronti del collega Paulo Bento.

Intervenuto in conferenza stampa, il selezionatore brasiliano ha dichiarato: "È nella cultura brasiliana quando si segna un gol. Non è mai una mancanza di rispetto. E continueremo a farlo a modo nostro perché non stiamo mancando di rispetto a nessuno".

Perché ha deciso di prestarsi lui stesso al ballo? "Per me è una connessione con la generazione giovane, ragazzi che potrebbero essere miei nipoti. Non è nelle mie corde apparire in copertina, questa è una cosa degli sportivi e non del corpo tecnico. Però sì, voglio partecipare ai momenti di allegria. Devo allenarmi di più, il collo è duro" scherza.

E ancora: "Dobbiamo adattarci al gruppo, al suo linguaggio, che è il ballo, il gioco. Imparare un ballo è difficile. Giovavamo, non so che era successo a Richarlison e gli faccio: è quel ballo? Se segni puoi venire e io ballo".


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