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Ronaldinho, il più brasiliano fra i brasiliani. Fare festa con lui era complicato

di Andrea Losapio

"Era il mio eroe, ma fare festa con lui era complicato più di quanto si possa immaginare". Kevin Prince Boateng ha parlato così di Ronaldo de Assis Moreira, comunemente chiamato Ronaldinho. "Lo facevo di tanto in tanto, dicendo a mia moglie che ero a giocare a poker. Una notte alle quattro del mattina il mio telefono ha iniziato a suonare, era Ronnie che mi stava chiamando. Mia moglie mi ha chiesto: 'Cosa c'è che non va? Alza il telefono'. Sicuramente stava festeggiando, forse era ubriaco, non lo so. Lui continuava a chiamare, alla fine ho risposto e gli ho detto che non avrei potuto raggiungerlo visto che ero a letto. E lui mi ha risposto: 'Se hai problemi a tua moglie puoi dire che vai a poker!'. Ovviamente non andai, anche perché mia moglie aveva sentito chiaramente quello che aveva detto Ronnie".

Insomma, un brasiliano che più brasiliano non si poteva. Giocate, divertimento, sempre con il sorriso sulle labbra. E sui denti, quasi un marchio di fabbrica che lo rendeva distinguibile al pari del suo stile di gioco. 266 gol in carriera con i club, 33 con la Nazionale, ha un palmares incredibile. Due Liga, due Supercoppa di Spagna, una Champions, una Serie A, un Campionato Carioca, un Gaucho e uno Mineiro, una Copa Libertadores, una Recopa Sudamericana, il Mondiale, una Coppa America, una Confederations Cup, tre volte il Bola de Prata, due volte il FIFA world player e un Pallone d'Oro, nel 2005. Straordinario e quasi irripetibile.

Oggi Ronaldinho compie 44 anni.


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