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L'Astronauta Ronaldo è atterrato in Arabia. Ed è tornato uno di noi

di Marco Conterio
Fonte: dal nostro inviato a Riyad, Arabia Saudita

La partita di Cristiano Ronaldo, poi la Lazio, poi la Juventus. Il King Saudi University Stadium, casa Giovinco, terra dell'Al Hilal, ha vissuto due partite differenti. La partita e poi quella del portoghese. Un grido 'Cristiano'. un canto 'Ronaldo', un 'siuu". Nel riscaldamento lo chiamavano, gli gridavano. Nel teatro di Riyad, nel senso pratico del termine, l'atmosfera è stata questa. Meraviglia per le gesta di Luis Alberto, sì. Applausi per Immobile e il suo sudore, per le scudisciate di Milinkovic-Savic. Grida di stupore per la parabola di Dybala, l'esultanza per la rete della Joya. Poi tutti per lui. Tutti per Cristiano Ronaldo.

Solo un diagonale Sì, il diagonale che propizia il gol di Dybala. Ma può bastare? L'Astronauta è tornato sulla terra. A Genova è volato, per dimostrare a tutti che è sempre nell'Olimpo dei migliori. Solo che stavolta, osannato e idolatrato, quasi divinizzato, dà l'impressione di giocare una grande partita ma allo specchio. Caricato dagli applausi, dagli olè. Da uno stadio tutto per lui. Troppo, per lui. Quando il cielo era biancoceleste e qui in Arabia quasi non se ne accorgevano.


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