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Equilibrio come conditio sine qua non. Il calcio di Conte, spiegato da Conte

di Simone Bernabei

Un post partita interessante, quello di Inter-Ludogorets. Non tanto per il successo nerazzurro in senso stretto. Quanto piuttosto per alcuni pensieri di Antonio Conte che rispondendo ad una domanda su quali centrocampisti utilizzare contro la Juventus si è lasciato andare ad un'analisi a tutto tondo del suo modo di intendere il calcio (almeno quello nerazzurro): "Le 2 punte sono imprescindibili. Ma ovviamente il lavoro dei centrocampisti è dispendioso, a livello quantitativo. Quando hai una sola punta e due esterni, o un trequartista, ci sono tanti giocatori che partecipano alla fase difensiva. Così invece in mezzo al campo ti viene a mancare qualcosa a livello difensivo". Un pensiero chiaro e preciso, quello del tecnico interista. Che anche in ottica futura ha fatto capire come i due attaccanti non siano in discussione e come i suoi centrocampisti debbano sacrificarsi per sostenerle.

Messaggio per Eriksen? - Il ragionamento contiano prosegue: "Abbiamo sempre la necessità di trovare il giusto bilanciamento e capire la partita che vogliamo affrontare, oltre che il valore effettivo dell'avversario. Servirà sempre equilibrio fra la fase offensiva e la fase difensiva. Lo stesso Brozovic dal centro ama costruire, ma in fase difensiva deve migliorare". Come a dire: in certe partite (contro avversari più modesti) ci possiamo permettere qualche azzardo in più, magari pure un 3-4-1-2. Ma in linea generale le due mezzali del 3-5-2 devono avere caratteristiche ben precise. E garantire equilibrio alla squadra. A inizio stagione ci erano riusciti Sensi e Barella, oggi con l'ex Cagliari c'è spesso Vecino. Ed Eriksen? Seguendo il filo di questo ragionamento, difficilmente lo vedremo in campo dal 1' contro la Juventus. Perché al netto di giocate e tocchi sublimi, l'intensità e la predisposizione al sacrificio, alla corsa in più invece che alla corsa in meno, non fanno ancora parte del suo bagaglio.


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