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Al Milan serve un vice Ibra. Perché Leao non è ancora all'altezza

di Andrea Losapio

La partita contro il Rio Ave ha dato un segnale molto evidente. Senza Zlatan Ibrahimovic c'è più di qualche problema, un limite non solo di personalità, proprio tecnico. Se è vero che Rebic può prenderne eventualmente il posto, Daniel Maldini ieri ha giocato la sua prima partita da titolare e non può essere giudicabile, Colombo ha colpito di testa salvando i rossoneri per l'assist decisivo al fallo di mano di Borevkovic, rigore ed espulsione, 2-2 finale. Ai rigori ha sbagliato, spedendo alto. Può essere lui il vice Ibra di una squadra che punta la zona Champions League? Sembra davvero un po' pochino.

Leao può essere il centravanti di riserva? In questo momento no. Ha delle caratteristiche differenti, forse anche una sindrome di Calimero quando parte da attaccante centrale. La sensazione è che non possa essere lui l'alternativa, mentre dà il suo meglio giocando da esterno e, in generale, più da seconda punta. Il Milan si è salvato per il rotto della cuffia, ma attenzione ai falsi positivi di una coda finale di stagione che non poteva che essere falsata dal Coronavirus. La scelta di continuare con Pioli, Maldini e Massara può essere finalmente il segno della continuità. Ben sapendo che però la strada da fare è ancora molta.


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