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Il Rinascimento dell'OM. Fra mosse di mercato e spirito di rivalsa

di Luca Bargellini

Trenta punti, a tanto ammontava il distacco al termine della passata stagione fra il PSG campione di Francia e l'Olympique Marsiglia allenato da Rudi Garcia. Un divario che oggi, sei mesi dopo, si è ridotto a cinque lunghezze. Non perché i parigini siano crollati nel rendimento (sono e rimangono una formazione che poco ha a che spartire con il resto del calcio francese), ma per la rinascita della formazione della Costa Azzurra.

Un Rinascimento dovuto ad una serie di fattori: in primis la voglia di rivalsa dei senatori della squadra (da Kevin Strootman tornato ai livelli visti a Roma, passando per Steve Mandanda fino ad arrivare a Dimitri Payet), ma anche l'arrivo in panchina di un Andrè Villas-Boas che, dopo stagioni in chiaroscuro fra San Pietroburgo e la Cina, si trovava fra le mani l'occasione giusta per rilanciarsi.

Una voce importante è stata anche quella legata al mercato che ha visto sbarcare a Marsiglia elementi come Dario Benedetto (già sei gol per l'ex Boca) e Valentin Rongier subito determinati per l'andamento del club.

Le cinque vittorie consecutive in Ligue A, che diventano sei nelle ultime sette giornate di campionato, affondano le radici in questi fattori. Radici che possono consegnare all'OM un ruolo da protagonista per tutta la stagione. Senza coppe europee durante la settimana il numero degli impegni rispetto al PSG, ma anche ad altri rivali come Lille, Rennes e Saint-Etienne, metterà a disposizione della compagnie di Marsiglia un'arma in più da giocarsi per la vetta. Per la qualificazione alla prossima Champions League e, chissà, anche per il titolo.


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