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Patania (Corriere dello Sport): "Donnarumma sarebbe l'unico titolare nella Spagna"

di Raimondo De Magistris
Fonte: Dal nostro inviato a Iserlohn, Germania

Fabrizio Patania (Corriere dello Sport), come giudichi il cammino della Nazionale nel girone?
"Se conta il risultato dobbiamo dire che è andato bene. Come gioco un po' meno, l'Italia mi ha convinto contro l'Albania, non con la Spagna e non completamente contro la Croazia. Poi alla fine abbiamo pareggiato meritatamente al 98esimo: a Lipsia s'è vista una discreta Italia nel primo tempo e peggiore nel secondo. Ci sono ancora troppe pause, troppi vuoti. Eravamo in un girone difficile però, questo è giusto sottolinearlo".

Da chi ti aspettavi di più e chi invece ti ha convinto?
"Sicuramente Donnarumma. Lui è l'unico che potrebbe essere titolare nella Spagna che ci ha battuto a Gelsenkirchen. Forse Barella, ma credo che se la giocherebbe con Rodri, Fabian Ruiz e Pedri. Il livello degli altri è sotto i calciatori della Spagna e dell'Inghilterra, anche se la squadra di Southgate non sta giocando bene. Donnarumma è il giocatore che alza il livello dell'Italia, poi tra gli altri mi hanno convinto in pochi: Calafiori è entrato molto bene, bravo Bastoni che sta funzionando in coppia col difensore del Bologna. Ma gli altri sono tutti sottolivello: Dimarco che ha fatto una grandissima stagione con l'Inter ho la sensazione sia arrivato a giugno un po' in difficoltà fisica".

Qual è il tuo giudizio sull'operato di Luciano Spalletti?
Alla fine secondo me è sufficiente. Valuto il risultato e soprattutto credo si debba prendere in considerazione il valore degli avversari: nel nostro girone c'erano Spagna e Croazia. Con l'Albania c'è stata una grande capacità di reazione, non era facile partire dall'1-0 per loro e rimettere in piedi la partita per poi giocare anche bene. Ora è il momento che lui trovi una strada: è arrivato a Coverciano allargando la rosa dei convocati e dei ruoli perché non aveva ancora chiara la strada o il modulo. E' vero che i principi di gioco come spiegano gli allenatori a Coverciano sono più importanti, ma poi una squadra deve crescere e trovare in campo dei punti di riferimento certi. Siamo ancora alla ricerca della quadratura e siamo arrivati a questo Europeo senza avere un'idea chiara di quella che sarebbe stata l'Italia: questo lo stiamo un po' pagando sottoforma di nervosismo, di incertezze, di dibattito che alimentiamo anche noi raccontando l'Italia. Credo che i tempi corti della Nazionale rispetto a quelli dei club, una tournée negli USA per ragioni commerciali e non sportive, gli infortuni di Zaniolo, Berardi e soprattutto Acerbi, oltre che la mancanza di grandi stelle, abbiano prodotto questa situazione".


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