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La Spagna di Pedri contro un'Italia che gioca. Ma Luis Enrique non pensa a rivincite

di Ivan Cardia

Pedri rifiuta le etichette: “Non è la mia Spagna”. E poi, in sala stampa da Londra, rifugge anche il confronto con il centrocampo dell’Italia, qualità e quantità che saranno uno degli ostacoli per la nazionale iberica. Di cui il giovanissimo asso del Barcellona è di sicuro un punto di forza, tra quelli che potrà schierare Luis Enrique. Il quale, a sua volta, non vuole parlare di rivincita per quella gomitata a USA 94: “Sono passati tanti anni, ho anche parlato con Tassotti più di una volta”. Nè di rivalsa per la non felicissima avventura in Serie A con la Roma: “Sono andato via per una mia decisione - spiega in conferenza stampa il ct - la Roma voleva che rimanessi in società”. La testa va tutta alla sfida di Wembley, che deciderà chi ci rimarrà. Un confronto anche insolito, perché la Spagna fa da sempre del gioco il suo punto forte, mentre per gli azzurri è una novità firmata Mancini: “Ora vogliono dominare anche loro (cioè noi, ndr) ma sono bravi anche in fase di non possesso”.


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