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Milan mal di gol (e di scontri diretti): ora subito a Napoli e sarà dura. Cade anche la Lazio

di Luca Marchetti

Dopo un martedì pieno di sorrisi, un mercoledi da dimenticare.
Lazio e Milan cadono, anche fragorosamente. E se la Lazio comunque può dire di essersi tolta la maggior parte delle trasferte avento fatto comunque 4 punti (e dovendo giocare in casa con chi si giocherà, probabilmente, il passaggio del turno), il Milan invece non riesce ancora ad ingranare in Champions.
Arriva la prima sconfitta per entrambe, ma il Milan continua a non segnare. Non lo ha fatto ancora in questa stagione, non lo aveva fatto neanche nelle ultime 2 partite della scorsa (il derby della semifinale). In questo momento non ci sta riuscendo neanche in campionato: nelle ultime 4 partite (Dortmund, Genoa, Juve e PSG) ne ha fatto solo uno, peraltro in mezzo a mille polemiche.
Ogni partita fa storia a se, soprattutto le ultime due. Ora in molti torneranno a criticare aspramente Pioli: ormai dobbiamo abituarci ai cambi didirezione del vento. Pioli invece dovrà rimanere tranquillo, come è sempre stato. Questa sera il Milan non è riuscito a giocare come avrebbe voluto, soprattutto nei dettagli: nella competizione dei dettagli i dettagli hanno fatto la differenza. Basta che guardate il primo gol, quello meraviglioso di Mbappé o se pensate alle occasioni mancate dai rossoneri (soprattutto quelle di Leao). E’ la differenza anche fra avere campioni e non averli (o almeno non ancora). Contro la Juve molte assenze e un uomo in meno. Ora il Napoli e sarà un grande banco di prova. Il problema è che ora il Milan ci arriva anche nel momento peggiore della stagione. Quando ti mettono in discussione le tue certezze. E contro un Napoli che ha ripreso fiducia. Sarà una bella sliding doors per il campionato e soprattutto per la stagione del Milan. Visto che per il momento gli scontri diretti non sono andati bene per il Milan (che non è riuscito a vincerli, neanche in Europa), uno scontro diretto chissà che risposta darà a Pioli. Con un reparto offensivo che oltre a non riuscire a segnare ora comincia a essere in difficoltà numericamente (si ferma Jovic, Chukwueze che rientra dopo la sosta, Okafor acciaccato…)
Risposte che ora vorrà anche Sarri, in campionato. Dove incontrerà la Fiorentina. E pensare che la mini striscia positiva della Lazio era iniziata proprio con la sconfitta contro il Milan in campionato. Celtic, Atalanta e Sassuolo, domate in qualche modo, anche qui con tre partite completamente diverse. Questo stop rimette in discussione (anche in questo caso) alcune certezze.
Napoli e Inter hanno messo una bella ipoteca sulla qualificazione al prossimo turno. In Champions non c’è nulla di scontato e dopo la fine del gironcino d’andata lo score è sicuramente buono: in linea con le aspettative, come minimo, se vogliamo essere più severi.
L’Inter ha la possibilità di qualificarsi, vincendo già la prossima partita, sempre contro il Salisburgo. E questo è certamente un grande vantaggio per la stagione. Potrebbe raggiungere gli ottavi con largo anticipo, concentrarsi poi sul campionato in un momento di grande impegno. Arrivare dunque alla prossima pausa Nazionali nel miglior modo possibile, almeno psicologicamente. I protagonisti si allargano: oltre al “solito” Lautaro (gol annullato d’accordo ma comunque una sorta di amuleto per i nerazzurri) i “comprimari” cominciano ad essere decisivi. Da Sanchez, che ha griffato la partita, a Frattesi. Da Carlos Augusto allo stesso Pavard che ora si sta prendendo la “titolarità”. E’ questa la forza che l’Inter ha in più, oggi, rispetto agli altri. La possibilità di cambiare i fattori, senza cambiare risultato. Le permette di dosare le forze e di poter affrontare gli impegni ravvicinati, di cui parlavamo, con una maggiore serenità.
Il Napoli dal canto suo riesce a vincere una partita sporca, ancora una volta con una giocata di Kvara, nonostante l’assenza di Osimhen. Le famose tre partite di Garcia (sempre che siano state 3…) sono iniziate con 2 vittorie. Ora all’appello manca il big match contro il Milan, ma l’umore in casa azzurra è completamente diverso rispetto a due settimane fa. La crisi sta rientrando piano piano: non possiamo dire che sia finita e che sia definitivamente alle spalle. Ancora il cielo non è terso, ma i nuvoloni non ci sono più. E se De Laurentiis aveva contribuito a creare un clima avverso, con le sue dichiarazioni, mettendo in discussione lui stesso le scelte dell’allenatore, nell’ultimo periodo sempre con le dichiarazioni ma soprattutto con la sua presenza ha ristabilito ordine e tranquillità. E si vede anche in campo.


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