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Disastro Juventus: colpa di Pirlo? Cambi senza senso, illusione Parma, Dybala e Kulusevski perché? Jovic offerto al Milan, l’Inter sorpassa per Gomez e cura Gervinho

di Tancredi Palmeri

Ci sono voluti 12 anni per rivedere la Fiorentina vincere a Torino in Serie A. La sconfitta peggiore in campionato della storia dello Juventus Stadium (eguagliata dallo 0-3 in Champions contro il Real Madrid). La peggiore sconfitta in casa in campionato per la Juventus degli ultimi 9 anni, dal’1-4 contro il Parma nel 2011, ultimo campionato prima della serie di scudetti. E ultimo ma non ultimo, la seconda vittoria più larga della storia della Fiorentina in casa della Juventus, da uno 0-4 del 1955.
Numeri che spiegano la proporzione del disastro della Juventus, una disfatta che ovviamente non è definitiva ma che non è episodica. Perché sono troppi gli avvisi e gli squilli arrivati per la Juve in questi quattro mesi: pareggi magri contro neo promosse, prove bislacche negli scontri diretti, disfatta in Champions, fino a martedì sera dove contro la Fiorentina c’era tutto per infierire su un rivale agonizzante.
Fino ad ora una bella Juventus si era vista solo a Barcellona, e a Parma.
A Barcellona vale tantissimo, vale un probabile Quarto di Finale di Champions, vale che per quanto sia derelitto il Barça comunque ribaltare uno 0-2 è un’impresa epica. Ma quelle partite a volte si preparano da sole, poi c’è la normalità.
E la normalità non poteva essere Parma: francamente abbacinante che tutti avessero scambiato uno 0-4 contro una squadra che si era difesa negli ultimi 20 metri senza metterci un minimo di intensità come una prova probante. Certo la Juve non si era complicata la vita, ma tutto qui. Si incastonava su un campionato a singhiozzo dove Cristiano Ronaldo ha salvato più della metà delle partite. E se lo stesso errore di valutazione l’hanno commesso anche alla Juve, allora si spiega come sia arrivata questa disfatta.
Va bene che se ti trovi 0-1 all’inizio e per di più in 10 uomini, facile non è. Ma il problema è come la Juve sia arrivata a quello, e cosa abbia fatto dopo per uscirne.
Forse la peggiore prestazione di Bonucci in maglia bianconera, Cardiff escluso, un de Ligt mediocre come gli altri, un centrocampo svuotato, una squadra senza nerbo. Supponente fino all’espulsione, ma poi inspiegabilmente frenetica e insicura.
Ma perché? La Juve ha giocato dopo il rosso in maniera umorale, nervosa e superficiale, eppure la Fiorentina da quel momento è stata ben contenta di rinculare a protezione del risultato. Già dalla mezzora sembrava si fosse agli ultimi minuti con palle buttate a caso per un disperato assalto. Zero costruzione, zero idee, zero disciplina tattica.
E come è possibile che si comporti così non una squadra di novizi insicuri, ma quella che più di tutte tracima di autostima e esperienza.

E il discorso porta a Pirlo. Perché le colpe sono evidenti.
Adesso che si entra nella pausa natalizia, si possono cominciare a tirare le prime somme: certo lo scotto dell’inizio va messo in conto, ma la Juventus, una delle due squadre più forti del campionato e di gran lunga, e con l’unico giocatore capace di vincere le partite da solo, rischia di andare alla pausa natalizia a -10 dalla testa. Fosse solo il conto punti a fare pagare salato a Pirlo: il problema è che la Juve ha smarrito la personalità di vincere con sicurezza, insomma la classica solidità mentale bianconera, e tuttora non si capisce a cosa giochi.

Nel momento del bisogno poi, Pirlo non ha inciso minimamente con i cambi. Juventus e Inter sono sicuramente quelle che possono avvalersi al meglio delle 4 sostituzioni. Eppure abbiamo visto Pirlo tentare di riacciuffare la situazione togliendo Morata e mettendo Bernardeschi (!), lasciando fuori Dybala (!!) e Kulusevksi (!!!). E in generale, Dybala e Kulusevski stessi, veri valori aggiunti della squadra se davvero non vogliamo considerarli titolari, dopo questi 4 mesi sono stati sicuramente mortificati alla lunga, per un motivo o per un altro.

Per carità, vale tutto, e Pirlo che ha un match-point per andarsene diretto ai Quarti di Champions, se dovesse fare percorso netto in Europa potrebbe anche arrivare quindicesimo in campionato e la sua stagione sarebbe comunque da 10. Però è lo stesso che si diceva l’anno scorso con Sarri, e poi i nodi sono venuti al pettine.

Una Juve così è un’occasione che le altre non possono sprecare. Non può sprecarla il Milan, che ha sicuri 15 milioni in pancia da spendere, che forse potrebbe arrivare a 30 con un extra budget, e che avrebbe bisogno di un innesto per reparto. Comprare per comprare non ha mai senso, ma il Milan è davvero all’osso, anche se forse il denaro non sarà sufficiente. Per adesso si va avanti per Jovic, il Real Madrid ha aperto al prestito con obbligo di riscatto, i rossoneri vorrebbero togliere l’obbligo, Ramadani è venuto fino a Milano per lavorarvici, ed è l’opzione d’attacco più concreta nelle mani di Maldini al momento.

Nel frattempo c’è stato un sorpasso dell’Inter il Papu Gomez: il Milan non può fare convivere lui e Calhanoglu, e l’Inter non ha solo sondato il terreno ma si è fatta sotto insistentemente, anche perché andrebbe a riempire la casella Eriksen (per il quale l’opzione più possibile al momento rimane lo scambio con Paredes al PSG, rispetto a quello con Xhaka all’Arsenal - in entrambi i casi l’Inter ci perderebbe comunque parecchio). Se però non si riuscisse a limare la richiesta di 15 milioni dell’Atalanta c’è anche l’opzione Gervinho: che ammetterete non ha alcuna connessione né tecnica né tattica - e forse nemmeno logica, visto che Gervinho dà il meglio contro squadre sbilanciate, quello che l’Inter non incontra mai, visto che è sempre costretta ad aprire squadre serrate a doppia mandata - ma il concetto è scegliere su quale pedina andare a spendere i pochi soldi per l’unico colpo a disposizione.

Può sembrare un dettaglio ma non lo è, perché una Juventus ingolfata è un evento raro, e allora il colpo che potranno sparare Inter e Milan può essere fatale, in un senso o nell’altro.


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