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Parisi: "A Firenze ho capito di essere calciatrice. Ora il professionismo"

di Tommaso Maschio

La centrocampista della Fiorentina Women's Alice Parisi, ospite della trasmissione L'Assedio sul Nove, ha parlato dell’esperienza ai Mondiali, della crescita del calcio femminile e del futuro di questo movimento: “La Coppa del Mondo è stata un’esperienza davvero unica. Erano 20 anni che la Nazionale non si qualificava e per me, che gioco a calcio fin da bambina, è stato un sogno realizzato. Sentire poi l’affetto di tutta quella gente è stato qualcosa di inaspettato e bellissimo”.

Com’è cambiato il calcio femminile in questi anni?
“Quando ho vinto il primo scudetto il movimento stentava quindi non ci furono grandi festeggiamenti. Quando invece ho vinto il secondo a Firenze è stato tutto diverso, è tutto un altro vivere. Quando sono arrivata in viola ho capito che volevo e potevo vivere per il calcio e di calcio e questo mi ha spinto a lottare affinché anche le mie college e le nuove generazioni potessero fare altrettanto migliorando sempre di più la condizione”.

Servirebbe il professionismo per questo
“Sì e questo non vuol dire che vogliamo prendere quanto i maschi, perché quello è un altro mondo a livello economico. Vogliamo però avere un equo trattamento, tutele, un minimo garantito che ci permetta di vivere giocando a calcio e mettere qualcosa da parte. Io mi avvicino ai 30, ho fatto calcio per una vita e non ho praticamente contributi versati. È una situazione pesante anche se ho studiato e mi sono laureata nel frattempo. Ma adesso che il livello si è alzato è difficile conciliare gli allenamenti con un altro lavoro, anzi direi impossibile”.


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