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Zenit, Semak: "Rakitskiy colpito dal conflitto. E anche io, la mia famiglia vive in Ucraina"

di Tommaso Maschio

Il tecnico dello Zenit San Pietroburgo Sergei Semak ha parlato dopo la partita contro il Betis Siviglia di Europa League spiegando di non essere rimasto indifferente su quanto sta accadendo in Ucraina visto che lui stesso è nato lì e la sua famiglia ancora vive in quel paese: “Stiamo tutti guardando il telegiornale, molti destini si intrecciano ed inevitabilmente questo colpisce tutti i giocatori. Tuttavia i ragazzi sono riusciti a fare del loro meglio. Il calcio è una parte importante della nostra vita, ma non la più importante. non c'è niente di più prezioso della vita delle persone”.

Spazio poi al mancato impiego di Yaroslav Rakitskiy, calciatore ucraino che aveva espresso pubblicamente la propria contrarierà alla guerra: “Non era al suo solito livello per la partita, quello che sta succedendo in Ucraina lo ha colpito come ha colpito me. I miei genitori e molti miei parenti vivono ancora li e ho tanti amici in quel paese. Anche i nostri giocatori brasiliani sono in costante contatto con i connazionali dello Shakhtar Donetsk”.


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