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Tensioni Russia-Ucraina e le conseguenze sul calcio: rublo in picchiata, club nei guai

di Gaetano Mocciaro

Le tensioni Russia-Ucraina rischiano di ripercuotersi anche sul calcio. Nella serata di ieri il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha firmato un decreto nel quale si riconosce l'indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.

Uno scenario che sta già portando alla svalutazione del rublo e non solo: Gazprom, azionista di maggioranza dello Zenit, ha aperto la giornata odierna un pesante -18% delle sue azioni rispetto a ieri. Stessa situazione per VTB, che controlla la Dinamo: -18,32%. In picchiata anche le azioni di Lukoil, produttore petrolifero i cui amministratore delegato Leonid Fedun è il maggiore azionista dello Spartak Mosca.

Molti giocatori, in particolar modo stranieri, hanno firmato contratti che prevedono pagamenti in euro in dollari USA, questo per cristallizzare le entrate a prescindere dalle oscillazioni del cambio. Allo stato attuale delle cose, però, una situazione simile sta portando i club a veder lievitare le spese per gli stipendi. Una situazione che rischia di compromettere ulteriormente la competitività di un campionato che negli anni, proprio per la caduta del rublo, ha ridimensionato le ambizioni rendendosi anche meno appetibile ai calciatori stranieri. E di conseguenza rendendosi meno competitivo a livello europeo.


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