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RBN - Stendardo: "Non ci interessano gli stipendi, ma la sostenibilità del sistema calcio"

di Alessandra Stefanelli

L’ex difensore Guglielmo Stendardo è intervenuto ai microfoni di Radio Bianconera, nel corso di ‘Terzo Tempo’, per analizzare le conseguenze economiche del Coronavirus nel mondo del calcio: “È davvero difficile in questo momento drammatico parlare di calcio. Noi abbiamo il dovere di farlo perché viviamo in questo mondo e parliamo di questo mondo. Per questo ho scritto questa lettera congiunta assieme al dottor Leo Cisotta (presidente ItaliaCamp). La Lega ha fatto una proposta all’AIC, che però l’ha rispedita al mittente. Io penso che in questo momento si dovrebbero eliminare i personalismi e non fare polemiche sterili. Serve un percorso nuovo che metta in campo delle riforme strutturali. Il tema vero non è quante mensilità tagliare, ma la sostenibilità di un sistema che rappresenta una delle prime aziende del nostro Paese. Bisogna farlo tenendo conto non solo della Serie A, ma anche dei dilettanti e delle altre categorie. Ogni categoria ha le sue peculiarità e bisogna fare su ognuna delle valutazioni diverse. Noi apprezziamo l’accordo che è riuscito a trovare la Juventus con i propri giocatori. Ovviamente questi accordi vanno sottoscritti singolarmente davanti a un tribunale del lavoro o con contratti ex novo. Io credo che il tema vero sia la sostenibilità di un sistema che inevitabilmente soffrirà”.

Assieme a lui ha rilasciato alcune dichiarazioni anche Cisotta: “A me dispiace da addetto ai lavori che non vengano valutari gli impatti complessivi di sistema. È vero che la Serie A è quella che muove più guadagni, ma bisogna guardare anche dalla B in giù con un’ottica di sistema. Bisogna lavorare su delle proposte che possano aiutarci, quando questo Covid sarà passato, a riscrivere le regole del gioco in maniera un po’ più attenta a tutte le dinamiche che il calcio muove nelle città. Oltre alle squadre principali esistono altre realtà più piccole che sono il collante del Paese, senza quelle non so quanti giovani riuscirebbero a fare attività sportiva”.

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