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Marchisio dopo la rapina: "Pistole puntate alla testa. Rimarrà la paura"

di Luca Bargellini

Dalla versione digitale del Corriere di Torino arrivano alcune dichiarazioni di Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus e della Nazionale, dopo la rapina subita nella sua abitazione di Torino nella giornata di martedì quando cinque uomini sono entrati armati e hanno minacciato lui e la sua famiglia. "È stata tosta - racconta -, perché due pistole vere non le avevo mai viste e stavolta le avevamo puntate alla testa, ma siamo riusciti a restare lucidi. Cinque uomini sono entrati in casa nostra a Vinovo, mi chiedevano della cassaforte, ma noi non ce l’abbiamo. Non ci credevano, ma è davvero così. Allora hanno preso tutto ciò che potevano e sono andati via. Avevo paura per me, per mia moglie Roberta e ringraziavo il cielo che in casa non ci fossero i nostri figli. Erano a giocare a pallone, dovevano rientrare alle 8 accompagnati dal nonno e l’allenatore è stato il primo a insospettirsi perché non rispondevamo al telefono. Quando i rapinatori l’hanno capito hanno fatto in fretta, è stata la nostra fortuna".

L'ex centrocampista ha poi continuato: "Sono cose che accadono, in tutti i quartieri di Torino, in Italia, nel mondo. Stavolta è capitata a noi, per fortuna possiamo raccontarla, nessuno si è fatto male. Delle cose materiali mi importa meno, conta che stiamo tutti bene. Cosa mi lascia questa esperienza? Il ricordo dei momenti di paura, quando neppure sai cosa accada nel tuo corpo ma riesci a restare tranquillo, anche con una pistola puntata contro. Poi tanti altri pensieri che si rincorrono".


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Domenica 28 Aprile 2024