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Bulgaria, psicologhe rispondono all'accusa di indebolire i nazionali

di Michele Pavese

Parole che faranno discutere, quelle pronunciate dal presidente dello Slavia Sofia, Ventsi Stefanov. Il numero uno del club bulgaro, qualche giorno fa, ha accusato senza tanti giri di parole le due psicologhe che hanno seguito la nazionale (Lilia Stefanova e Katie Vandova) di aver indebolito i calciatori e di essere in parte responsabili delle pessime prestazioni offerte negli ultimi mesi.

La difesa - Stefanova, in un'intervista concessa a btv, si è così difesa dalle accuse: "Siamo state invitate dall'ex CT, Krassimir Balakov, per le sfide contro Repubblica Ceca e Kosovo. In precedenza eravamo state impegnate, con buoni risultati, con la Lokomotiv Plovdiv, squadra che aveva vinto la Coppa di Bulgaria. Dopo quel successo, Balakov ci ha chiamato per chiederci come eravamo riuscite a trasmettere calma. Gli abbiamo detto che avevamo applicato le tecniche giuste di psicoterapia, per motivare i giocatori. In Nazionale abbiamo lavorato 12 giorni: incontri brevi e dinamici, credo che abbiamo fatto la cosa giusta. Avevamo un programma prestabilito; abbiamo lavorato collettivamente, perché non ci dovevano essere tensioni e conflitti interni. Prima avevamo avuto incontri di 30-40 minuti con ogni calciatore, per avere un quadro chiaro e fare delle valutazioni. Il tempo a nostra disposizione è stato poco, è stato un lavoro difficile. I giocatori ci hanno detto che sentivano la necessità di avere uno psicologo, soprattutto quelli che sono abituati a interfacciarsi con queste figure nei club stranieri. Noi dobbiamo essere le stampelle su cui loro possono appoggiarsi se hanno ansie e paure. Abbiamo detto loro di credere nelle loro possibilità e nelle loro qualità, abbiamo cercato di dare forza e speranza, quello che deve fare lo psicologo. Spesso si sottovaluta questo aspetto: la psicologia non è meno importante della medicina, perché l'uomo non è solo corpo, ma anche mente. Lo hanno apprezzato".


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