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25 luglio 1997, il primo giorno di Inter di Ronaldo il Fenomeno. Arrivato da Rio de Janeiro

di Andrea Losapio

Il 25 luglio del 1997 sbarca a Fiumicino un alieno. Volo intercontinentale, da Rio De Janeiro, che atterra di mattina. Poi c'è quello che parte con destinazione Milano. L'alieno indossa jeans neri e una camicia a quadri, incrocia la pioggia a Roma, mentre in Lombardia c'è il sole. All'aeroporto di Linate scende le scalette e si incammina verso il suo percorso, nuovo, all'Inter. È Luis Nazario da Lima, ai tempi Ronaldo, conosciuto anche come il Fenomeno. Attesissimo dalla gente che vuole un autografo dal miglior giocatore del Mondo, prossimo pallone d'oro, fresco vincitore della Coppa delle Coppe con il Barcellona e della Coppa America, da protagonista.

Fra un anno ci sarà il Mondiale, così Ronaldo vuole fare benissimo. La sua giornata meneghina vede l'arrivo in un hotel con la sua fidanzata, Susana Werner, salvo poi pranzare con il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, oltre al direttore sportivo Sandro Mazzola e Luis Suarez. In via Durini si crea una folla che attende solamente il giocatore.

Serenata Rap, di Jovanotti, era di tre anni prima. "Affacciati alla finestra amore mio". Ronaldo lo fa alle quattro di pomeriggio, esaltando chi era presente. Lancia un cappellino, mostra la sciarpa, con 1000 persone che lo venerano. Poi le foto di rito e i giornalisti. Inizia così l'avventura di Ronaldo all'Inter, il più costoso ai tempi: 48 miliardi più 5 di "compensazione" da parte della FIFA. Uno dei momenti più belli degli anni novanta, forse più iconici di quando la nostra Serie A non aveva davvero rivali nel mondo.


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