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Valentini: "Italia parola chiave prudenza, Raspadori sorpresa come Rossi. Conte resterà fermo"

di Alessandra Stefanelli
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© foto di Federico De Luca

Nel momento in cui si inizia a parlare di nazionale, ad Antonello Valentini iniziano ad illuminarsi gli occhi. L'ex direttore generale della FIGC, come lui stesso ci tiene a sottolineare, ha accompagnato per sette mondiali e sei europei l'Italia del calcio ed ora in esclusiva a TransfermarketWeb esprime la sua opinione sugli Europei:

Pensi sia giusto l'entusiasmo che si sta vedendo in questo momento in Italia?
"C'è molto entusiasmo per una squadra in crescita, ma sono per la prudenza. Se togliamo Chiellini e Bonucci che hanno oltre cento presenze, scopriamo che questo è un gruppo con poca esperienza internazionale. Quando il livello della competizione aumenta, bisogna saper gestire al meglio le pressioni. I nostri sono avversari molto impegnativi e da non sottovalutare".

Non è la prima volta, però, che l'Italia arriva ad una competizione così importante con poca esperienza.
"C'erano più giocatori di livello internazionale, oltre a quelli reduci dall'U21. Anche se la nostra squadra ha un'età media di 28 anni ed è simile a quella delle altre nazionali europee, il nostro problema è l'esperienza. Mancini sta davvero facendo un ottimo lavoro, non era facile riuscire a risollevare l'Italia dopo il tracollo del mondiale. Lui ha riportato serenità, entusiasmo, solidarietà interna, con un mix di giovani e meno giovani. Ci sono giocatori di spessore tecnico come Barella, Locatelli, Verratti. Il suo calcio diverte e gioca sempre in attacco., a differenza di chi ci ha sempre accusato di fare catenaccio".

Chi potrebbe essere la sorpresa dell'Italia?
"Spero che Raspadori possa ripetere l'exploit di Rossi nel 1982 e di Schillaci del 1990. E c'è Insigne che è cresciuto molto dal punto di vista della autostima e della personalità".

Quale è la tua favorita a vincere l'Europeo?
"La Francia, specialmente se dovesse riuscire a confermare la sua qualità. Bisogna vedere che cosa succederà alla Spagna, in questo momento sta gestendo tanti casi di 'Covid-19' e potrebbe perdere terreno. La Germania è una squadra che arriva sempre bene ed è sempre tra le prime quattro, il Belgio invece mi piace tanto a livello di gioco. Alle pretendenti voglio aggiungere anche l'Inghilterra, ricca di giovani, e il Portogallo. L'Italia deve come sempre di puntare al nostro obiettivo, dobbiamo guardare il più in alto possibile".

Rivedi qualche similitudine con il 2016? L'Italia arrivò davvero ad un passo dalla semifinale.
"Non ci sono dubbi, il segreto principale è la grande solidità di gruppo. Senza un grande collettivo, non si può fare una grande squadra in campo. Questo è uno dei meriti di Vialli e Mancini che stanno creando un clima di entusiasmo, convinzione, autostima e di grande coraggio. La partita contro la Repubblica Ceca è stata un esempio di quello che abbiamo visto in campo".

L'artefice di quel cammino strepitoso è stato Antonio Conte, su quale panchina lo rivedremo?
"Ha fatto un lavoro straordinario con la nazionale e un capolavoro con il titolo vinto all'Inter. Dopo l'eliminazione dalla Champions c'è chi voleva il suo esonero, lui ci ha messo il cuore e l'anima per ottenere quel risultato. Lui è abbastanza inquieto dal punto di vista del carattere e ovviamente vuole sempre il massimo, non si accontenta mai e lo dico in maniera positiva. Evidentemente i discorsi con l'Inter non lo hanno soddisfatto così come quelli del Tottenham, non escludo che possa stare fermo per un anno in attesa di una nuova chiamata. Pensavo potesse andare al Real Madrid, invece Perez ha scelto Ancelotti".

Da uomo che è stato vicinissimo alla nazionale, quali sono i tuoi ricordi più belli?
"Non posso che cominciare parlando del titolo vinto con la Francia, ma conservo dei bei ricordi anche per il secondo posto ottenuto ad USA 94 e il terzo posto nel mondiale giocato in casa. Questi Europei mi provocano una particolare, perché il primo impegno con la nazionale è stato quello disputato in Germania e le stelle erano Vialli e Mancini che ora sono protagonisti in un'altra veste. Anche il 2000 è stato molto emozionante, siamo stati vicini a quella vittoria fino a pochi secondi dal termine".

Come non ricordare quel brutto momento, prima Wiltord e poi Trezeguet ci hanno fatto piangere lacrime amare.
"E' vero, così come quella regola infernale del Golden Goal che è stato poi abolito. Era maledetto, perché chi segnava vinceva la partita senza dare la possibilità al proprio avversario di reagire. Zoff aveva messo in campo una squadra molto equilibrata, ricordo che i due funzionari della Uefa avevano già legato ai manici della coppa i nastri della nostra bandiera. Wiltord capovolse la situazione e Trezeguet fece felice la Francia. Sei anni dopo, però, ci siamo presi la nostra rivincita, il calcio è più giusto di quello che pensiamo".

Quale è la tua idea sulla Superlega?
"L'idea della Superlega non mi è mai piaciuta, perché vedere il calcio che si organizza in una casta e ammettono solo pochi eletti a corte non è bello. Qui a venire meno è la meritocrazia del campo, a me piace il risultato e il verdetto maturato sul campo. Non mi è piaciuta l'ultima uscita di Ceferin per i rapporti personali con Agnelli, ma posso dire lo stesso del presidente bianconero".

Come mai?
"Perché Agnelli era il presidente dell'Eca, lui in quel momento rappresentava gli interessi dei club di tutta Europa e invece si è occupato di quella vicenda escludendo 12 squadre. Questo non va affatto bene. E' vero che c'è un problema economico dei grandi club, ma Agnelli era anche membro del Comitato Esecutivo dell'Uefa e la sua battaglia doveva essere svolta in quel contesto. Avrei accettato il dibattito e il contraddittorio, non una messi in piedi di una organizzazione clandestina che inizia con un comunicato in piena notte. Non mi è piaciuta la gestione di questo progetto, non capisco tutt'ora come mai Barcellona, Juve e Real sono rimaste all'interno al contrario delle altre nove che hanno fatto un passo indietro".

Quale sarà l'esito? Che cosa ne pensi?
"La Uefa adesso ha fatto bene a sospendere il procedimento nei confronti di questi tre club, in virtù anche della sentenza del tribunale di Madrid. Ora la Uefa cercherà di trovare le sue contromisure, ma ciò che mi interessa di più è di trovare un clima di confronto anche aspro e vivace con un contraddittorio forte. La mia speranza è questa".

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Lunedì 6 Maggio 2024
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