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TMW RADIO - Tardelli: "Avrei preso Inzaghi invece di Sarri a suo tempo. È un profilo da Juve"

di Arturo Minervini
"È cambiato totalmente come mondo, si tratta più di business e spettacolo che di lotta agonistica”.
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© foto di Lorenzo Marucci

Nel Ferragosto di Maracanà, TMW Radio ospita ai propri microfoni l’ex Campione del Mondo e icona del calcio italiano Marco Tardelli.

Cosa ti piace e non ti piace del calcio attuale?
“Mi piace il calcio in campo. Oggi se ne parla troppo, con argomenti che non riguardano sempre i ventidue che giocano. È cambiato totalmente come mondo, si tratta più di business e spettacolo che di lotta agonistica”.

Con che allenatore della Serie A ti troveresti a giocare meglio?
“Hanno vinto allenatori diversi nella storia. Sia con un calcio offensivo che con un gioco più accorto. Mi ritrovo con lo stile di Allegri: non sarà il più fluido ma alla lunga è il più vincente. Parliamo spesso di “gioco”, ma se non hai i giocatori che buttano la palla dentro non vinci mai. Allegri risolverà le difficoltà della Juventus, è stato sfortunato dato che ritroverà Pogba solo a ottobre”.

Mourinho?
“Sta facendo molto bene. Ho visto ieri la partita con la Salernitana, ha ritrovato Zaniolo che però deve migliorare sotto porta. Molte squadre possono lottare per il titolo, a partire da Milan, Inter e Juventus. La Roma potrebbe essere una piacevole sorpresa”.

Sei rimasto un’icona juventina. Quando Allegri è andato via, fossi stato un dirigente della Juventus, cosa avresti fatto?
“Si poteva cambiare in quel momento. Avrei preso un allenatore giovane, scegliendo Pirlo come hanno fatto o casomai puntando su Simone Inzaghi. Pirlo è arrivato quarto, ha fatto quello che doveva fare e probabilmente gli avrei dato la possibilità di continuare. Il ritorno di Allegri, dopo Sarri, era forse inevitabile. Il suo ritorno, o casomai quello di Conte”.

Perché avresti scelto Inzaghi?
“Sarebbe stato un profilo da Juventus. È un tipo di allenatore che “sa dove mettersi”. Sarri ha fatto bene, ma non era il genere di mister che volevano i tifosi e la società. Quando punti su un allenatore che consideri una “promessa del calcio” devi puntarci con un progetto triennale. Inzaghi all’Inter sta facendo bene”.

C’è stata una volta in cui hai visto un giocatore che ti ricordava il Tardelli di inizio anni ‘80?
“Non so dirti. È difficile fare paragoni o trovare somiglianze. Qualcuno potrebbe offendersi. pensavo che Marchisio - in maniera più soft e meno cattiva - potesse essere un centrocampista simile per caratteristiche. Lui aveva meno corsa, ma più tecnica.
Oggi ti dico Nicolò Barella: si butta dentro, ha voglia di correre, sempre presente. Per l’Inter lui è un giocatore importantissimo: quando lui gioca male, anche la squadra intera ne risente”.

C’è stato un giocatore a cui sei stato associato e che invece non aveva nulla a che fare? Ricordo il paragone con Gagliardini…
“Forse ti riferisci a Nicola Berti. È abitudine in Italia trovare subito paralleli. Oggi dobbiamo avere la pazienza di aspettare: non all’infinito, ma almeno un anno. Un giocatore è bravo quando dura nel tempo”.

Che ne pensi della vicenda dell’addio di Dybala dalla Juventus?
“Non ho capito la vicenda. Dybala è un ottimo giocatore e alla Juve è successo qualcosa che non sappiamo. Tutti pensavamo che potesse crescere di più, ma dopo il Covid c’è stato un calo di affezione nei confronti dell’ambiente. Ieri ha fatto una discreta partita, credo che per la Roma possa andare bene e farà grandi cose con la fiducia dell’allenatore. Non so dirti se alla Juve l’avrei tenuto o meno: è stato un giocatore in grado di “spostare”; si poteva avere forse più pazienza”.

Questa Juventus deve crescere secondo te nello staff dirigenziale?
“Vedo che hanno comprato chi voleva l’allenatore, quindi la dirigenza si è comportata abbastanza bene. Oggi i dirigenti non sono venditori di calcio, ma devono sempre controllare il bilancio. La mancanza di Marotta è secondo me fondamentale. È una persona capace e non ho capito il problema che ha portato alla sua uscita”.

Da un ascoltatore: il calcio attuale è meno tecnico che in passato?
“Se ci riferiamo al calcio italiano forse possiamo fare questo discorso. La velocità diminuisce la qualità. Solo in pochi casi riesci ad unire, come nei casi di Ronaldo, Baggio e Totti queste due caratteristiche”.

Ti vedresti ora al posto di Pavel Nedved nella dirigenza bianconera?
“Alla Juventus sono già stato, seduto nel Consiglio d’Amministrazione. Non mi sono trovato bene perché avrei preferito stare più vicino al campo e alla squadra. Oggi ho 68 anni e preferisco starmene a casa tranquillo”.

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