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TMW RADIO - Bia: "Se la Juve non vince niente è guaio economico. So che seguono Vera"

di Dimitri Conti
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Giovanni Bia intervistato da Niccolò Ceccarini
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Il procuratore sportivo ed ex difensore Giovanni Bia è intervenuto in diretta ai microfoni di TMW Radio, nel corso di Stadio Aperto, trasmissione condotta da Niccolò Ceccarini e Francesco Benvenuti: "Nel calcio lo spettacolo lo fanno i tifosi, e ieri c'era uno spettacolo quasi imbarazzante, veramente brutto. In questo momento le partite, sorpattutto queste prime, sono atipiche: concentrazione altissima e ritmo basso, sono partite molto tattiche e brutte, si è visto ieri sera che tra Napoli e Juve insieme avranno tirato tre-quattro volte in porta".

Si esagera a incensare Gattuso e mettere sulla graticola Sarri?
"Classica giornata italiana post-match: chi vince è bravissimo, chi perde è un disastro. I conti si fanno alla fine, vedremo i risultati della Juve in Serie A e Champions, idem per il Napoli. Sono discorsi da bar, siamo fatti così e forse è anche un po' il bello".

Se Sarri non dovesse vincere niente?
"A quel punto sì, assolutamente può essere messo in discussione. Gli è stata creata una squadra su misura, l'ha voluta lui, e se non vince oltre al problema sportivo ci sarebbe quello economico, perdite che rischierebbero di segnare il prossimo destino della Juventus".

Tanto rammarico per l'Inter con il senno di poi?
"Sono d'accordo, l'Inter è forse quella che ha espresso il calcio migliore in questa ripartenza. Forse può essere anche frutto di una preparazione diversa, ma ipotizzo. Magari l'Inter voleva partire subito forte, mentre la Juve pensa più alla Champions, con maggior calma sui carichi di lavoro. Spesso in un campionato si vede chi parte fortissimo e poi si trova a pagare. Sicuramente avranno rammarico all'Inter".

Lautaro Martinez ha la testa al Barcellona?
"Nè Lukaku o Ronaldo e Dybala hanno giocato bene, ma non credo abbiano la testa altrove... Facile dire così, in questo momento questa storia del Barcellona è sulla bocca di tutti".

Gattuso ha trovato la sua prima vittoria in carriera.
"Sappiamo che è un allenatore capace di ottenere il 110% dei suoi giocatori, pur con una squadra non sempre meravigliosa da vedere. Ieri però il Napoli ha fatto un buon fraseggio, sono rimasti sì chiusi dietro ma le azioni più pericolose le hanno fatte loro, visto che Buffon ha fatto un paio di parate importante. Si sta modificando quello che si pensava di Gattuso".

La Juve ha sbagliato a non prendere un centravanti?
"Hanno Higuain. Secondo me è un giocatore importante e Sarri lo conosce a menadito dopo Napoli e Chelsea, per me non hanno sbagliato: se Higuain è in forma è sempre determinante".

Che sia Emre Can il vero errore di mercato juventino?
"Si parla sempre a posteriori. Rabiot e Ramsey precedentemente avevano fatto benissimo, e il nostro campionato è difficile, tosto, con agonismo e tattica differenti: non è semplice adattarsi. Emre Can non rendeva per quanto si aspettavano".

Secondo lei come finirà la questione delle scadenze al 30 giugno?
"Purtroppo penso si finirà a trattative private, e non è una cosa simpatica: per tutte le parti è riduttivo ed imbarazzante, doveva essere la FIGC a normare questi due mesi. L'idea giusta era che chi ha un contratto in essere deve continuare fino al termine della stagione con lo stesso contratto con cui erano inquadrati prima. Ci saranno giocatori che ricatteranno le società, o viceversa. In quattrocento trattative purtroppo temo che duecentocinquanta andranno a finire così. Pure AIC poteva intervenire, mostrando compattezza, e invece così ogni squadra farà per sé".

Cigarini rinnova?
"Abbiamo un'opzione di rinnovo se il Cagliari arriva in Europa, ed avevamo già fatto tutto a dicembre. Per adesso poi si pensa solo a giocare, non abbiamo più parlato di niente negli ultimi tempi".

Si parla tanto del cileno Luis Rojas, di cui lei ha mandato.
"Un ragazzo 2002, molto importante ed eletto migliore agli ultimi Mondiali sudamericani. Costa circa 2 milioni di dollari, ed è un'ottima occasione: con questo spessore e capacità di adattamento, ci sono quattro-cinque società italiane che hanno messo gli occhi su di lui. Lo descriverei come una via di mezzo tra Vidal e Nainggolan: mezzala che vede la porta, buona struttura fisica e capacità anche di fare il trequartista".

Di Thorstvedt che dire?
"Lui è già più conosciuto, un classe '99 norvegese del Genk, scuola importante. I belgi l'hanno preso per 1,5 milioni dal Viking, ed è tipo un Ilicic. La bottega del Genk è un po' più cara, ma questo è il loro modo di fare".

E Fausto Vera e Anibal Moreno?
"Sono in A argentina già da un anno e mezzo, in due squadre importantissime come Newell's e Argentinos. Anche loro sono pronti per il nostro campionato, e secondo me ci sarà bagarre. Moreno costa 5-6 milioni, Vera 9-10: l'Argentina rischia di nuovo il default, e con un pagamento chiaro, preciso e veloce si può provare anche a spendere meno. So che la Juve seguiva Vera, ad esempio, anche se di contatti non ce ne sono stati".

Infine, Velasco (Independiente) e Fila (Legia)?
"Quest'ultimo è il capitano dell'U21 polacca, molto importante e ci sono varie squadre italiane. Per me è probabile che l'anno prossimo si veda in Serie A. L'altro è un esterno che ricorda Mertens, un nazionale giovanile argentino e penso ci sarà della bagarre. Ho il mandato per l'Italia e se li portiamo qua sono felice, a parte il lato economico: i due argentini sono sul livello di un Tonali, speriamo di anticipare le inglesi e tedesche".

Che ne pensa delle date del mercato da settembre a ottobre?
"Io farei sempre mercato. L'unica cosa che spero è di non ritrovarci in ritardo rispetto ai competitor inglesi, spagnoli e tedeschi. Se aprono prima, hanno più possibilità di prenderci i giocatori, se partiamo tutti alla pari ce la giochiamo".

Giusto mantenere intatta la finestra invernale?
"Da ottobre a gennaio sono solo due mesi, ma giusto non cambiare troppo le abitudini e perseguire strategie e programmi della Federazione".

Quanto è difficile oggi il ruolo di Pioli con l'ombra di Rangnick?
"Purtroppo questo è il mestiere dell'allenatore: Stefano ha le spalle larghe, ma meriterebbe maggior rispetto. Il nostro mondo è così: oggi sei un campione, domani un coglione. La verità è questa, penso non ci faccia neanche caso, il suo obiettivo è andare avanti, senza leggere niente e ascoltare nessuno. Allenare un campione come Ibrahimovic è più facile per tutti, certi giocatori sono la gioia degli allenatori".

La Roma ha sospeso Petrachi. Che ne pensa?
"Dispiace, anche a Torino non se ne era andato bene. Lui è un ottimo professionista e certe cose succedono quando dici quello che pensi, a volte dovrebbe essere meglio tagliarsi la lingua. Purtroppo il calcio è gestito da persone che non hanno nulla a che vedere con il calcio. Abbiamo degli amministratori, non più dei presidenti, e non so se sono in grado".

Playoff e playout era la soluzione migliore per la Serie C?
"Anche questa è una furbata, è bene che la gente sappia che ogni società prenderà 140-150mila euro dal Fondo salva calcio, e poi che fanno, non giocano? Per me chi non gioca, non si iscrive al prossimo campionato. Dicono che il protocollo era costoso, ma si tratta di 60mila euro, e se non riesci a trovarli è giusto che non ti iscriva al campionato. Senza considerare che i giocatori che rimarranno fermi non potranno dimostrare nulla sul campo. Per di più rinunciano anche a due mesi di stipendio... Come al solito la cosa è stata fatta all'italiana, prendendo la palla al balzo. Prima, senza retrocessioni, non voleva giocare nessuno, adesso invece tutti. Per me era meglio far retrocedere chi non gioca, perché è una cosa allucinante. Ho tanti ragazzi di Serie C che mi dicono non giocheranno, o addirittura una partita sola. Come fanno a migliorare il loro status? Mi dispiace sottolinearlo, ma anche in questo caso l'AIC non ha tutelato per nulla i giocatori. Sarà un momento di riforme pesanti quello che arriverà, visto che non è giusto neanche che sotto i 50mila euro ci sia la Cassa integrazione, mentre chi è sopra quel tetto deve rinunciare ai soldi. C'è molto da rivedere".

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