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Galletti: "La Lucchese mi ha formato. Ma in Svizzera valorizzano i giovani"

Esclusiva TMW
di Claudia Marrone
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"In Italia, per quanto si possa dire il contrario, fare il portiere non è mai semplice, soprattutto per un giovane, perché finisce spesso che ci si affidi a un esperto, soprattutto di fronte a obiettivi importanti da raggiungere. Io arrivavo da quattro mesi di stop dopo l'esperienza alla Lucchese, e vedere che il FC Paradiso ha creduto tanto in me mi ha fatto scattare una molla, ho capito che dovevo cogliere al volo questa opportunità: è sempre più raro vedere un club che davvero crede nel tuo potenziale e altrettanto raro è vedere i giovani valorizzati sul serio, come succede all'estero": così, in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, il portiere Riccardo Galletti, approdato in terza serie svizzera dopo lunghi anni nei settori giovanili italiani e l'esodio in prima squadra con la citata formazione toscana la scorsa stagione.

Subito il nodo chiave del calcio italiano: la valorizzazione dei giovani. Paradossalmente, la regola under, non penalizza proprio i giovani?
"Per me si, perché si è under solo per un certo lasso di tempo, minimo, che non ti consente errori, non ti consente infortuni, non ti consente di crescere davvero nei tempi e nei modi che servirebbero: non si gioca perché si vale, si gioca perché si fa minutaggio. In Svizzera, invece, pur essendoci questa regola, gioca chi merita. E sui giovani c'è davvero un grande lavoro, in squadra con me vedo ragazzi più piccoli (lui è un 2003, ndr) già pronti, perché formati a dovere per il cosiddetto calcio dei grandi. È su questo che dovrebbe puntare, perché in Italia c'è del potenziale, e va sfruttato".

Cosa ti sei portato dietro degli anni trascorsi in patria?
"Sicuramente tutti gli insegnamenti avuti, a livello tecnico-tattico il calcio italiano rimane uno dei migliori nel mondo. Ci sono attenzione, cura del dettaglio, ottima preparazione: io, a Lucca, sono cresciuto molto, anche per altro caratterialmente e mentalmente, ero alle prime armi quando sono approdato in rossonero, ma ho avuto uno slancio enorme",

Segui ancora la Lucchese?
"Certo, a Lucca ho lasciato il cuore. Tre anni fa sono arrivato per la prima volta nel calcio professionistico, ed è grazie alla Pantera se mi sono formato come giocatore. La squadra è buona, mi sembra anche ben allenata, sono certo che riusciranno ad acciuffare nuovamente i playoff dicendo la loro anche negli spareggi: hanno iniziato un nuovo percorso, devono aver tempo per affinare il tutto".

Hai parlato molto del calcio italiano. Ma in Svizzera che situazione hai trovato?
"Sono qua da pochi giorni, ma ho visto subito un'ottima organizzazione, per emergere c'è tutto. Dalla società alle strutture, passando per la tecnica in campo, tutto è preciso e ottimamente coordinato: le sensazioni sono ottime, e sono felice della mia scelta".

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