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ESCLUSIVA TMW - Foggia fa 100. Pio&Amedeo: "Kolyvanov un Dio. Serie C? Si ma con 200-300 squadre"

di Claudia Marrone
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© foto di Luca Bargellini

Quando dici Foggia, dici Zeman. Quando dici Foggia, dici calcio. Quando dici Foggia, dici storia.
Perché il club rossonero, alla fine, ha segnato parte della storia del calcio italiano: ora in Serie D, come le nobili decadute, sta affrontando un lungo percorso di rinascita, che si pone come obiettivo il ritorno ai fasti di un tempo.
Nel giorno del centesimo compleanno del club, i microfoni di TuttoMercatoWeb.com, per un resoconto sulla storia del Foggia, hanno contattato chi, da diverse sfaccettature, ha sempre seguito gli eventi: il duo comico foggiano Pio&Amedeo.

Il Foggia fa 100: quale è la foto più bella che ricordi di questa lunga storia?
Amedeo: “Quando vivi le cose in prima persona, è normale che ti rimangano di più addosso. Io ho vissuto il Foggia di Zeman, mio padre mi portava in Curva, ma le emozioni dell'ultima promozione, quella con Stroppa nel 2017, non hanno paragoni. Con Pio stavamo concludendo la prima serie di “Emigratis”, l'ultima puntata fu proprio a Fondi, dove la squadra giocava: il viaggio di ritorno lo facemmo in pullman con loro, anche la festa in città su quello scoperto. Al Sud anche un campionato di calcio può darti riscatto sociale, c'era un clima fantastico: giornata irripetibile”.
Pio: “Ci sono tante foto belle, ma effettivamente la più bella è stata quella della promozione del 2017. La puntata di “Emigratis” fu bellissima, ma ancora più bello fu vedere la piazza gremita di gente che festeggiava la squadra: Foggia è una città sempre bistrattata, in quell'occasione emerse tutto il senso di rivalsa, di unione. Si vide proprio l'orgoglio foggiano”.

Quale è il tuo idolo?
Amedeo: “L'idolo di tutti i bambini era Beppe Signori, è stato anche il mio, ma ho adorato anche tutti i calciatori russi arrivati a Foggia: Shalimov era un mito, anche se era più di vizi che di virtù. Però probabilmente, uno su tutti per me è stato Kolyvanov: ricordo quando durante la partita con il Milan siglò il gol a Sebastiano Rossi che aveva quindi perso l'imbattibilità, e Rossi, di rabbia, tirò un fumogeno piovuto in campo in curva. Io ero accanto al fumogeno!”.
Pio: “Kolyvanov, lo Zar di Russia. Arrivò a Foggia ed era già un Dio, nonostante non parlasse una cippa di italiano... ma tanto nemmeno io lo parlo!”.

In anni recenti, non solo promozione: come avete vissuto la stagione del fallimento?
Amedeo: “Ci siamo espressi pubblicamente, via social, nonostante i rapporti diretti con la proprietà, perché il Foggia era sì un'azienda, ma anche una passione della città: e non si gioca con le passioni, si deve avere rispetto, si fanno i conti con i sentimenti della gente. La vecchia proprietà è pure sparita dalla città, non è facile vivere in un posto con la nomina di sfasciatori del tutto. Io ricordo le trasferte a esempio di Cesena, Parma, la tifoseria è sempre stata un bel vedere: torneremo”.
Pio: “Fu un giorno di buio totale per la città, per una Foggia che si nutre di pane e pallone. La domenica era un rito, anche per i non calciofili, la mamma era felice di vedere il figlio contento per la squadra, fu tolto anche questo, una valvola di sfogo importante per la città. Io e Amedeo eravamo anche andati a Verona, senza sapere tutto quello che poi sarebbe successo, persino io che sono abituato a scroccare pagai la benzina da tanto che ci credevo nel futuro. Fu la morte nel cuore, una pagina brutta: non si gioca con la passione delle persone”.

Del nuovo club che idea ti sei fatto?
Amedeo: “Per impegni lavorativi, sto poco a Foggia, ma abbiamo avuto modo di conoscere Felleca, è una persona pulita e per bene. Acquistare il Foggia dopo il fallimento era un affare per tutti, adesso spero confermino quanto fatto di buono finora: se tutto va come deve andare già quest'estate, vediamo che campionato sarà in Serie C. Non va fatta una stagione di medio livello, servono ambizioni”.
Pio: “Conosciamo Pelusi da più tempo, poi in occasione di una recente gara abbiamo conosciuto anche Felleca: mi sembrano brave persone, tifosi. Ora più che mai ho capito che il calcio è di chi lo ama. Il club ha fatto buoni investimenti, spero tutto vada nel migliore dei modi, spero ci sia questo ripescaggio per ripartire alla grande”.

Qualcosa da chiedere al Consiglio Federale, che dovrà decidere in merito al ripescaggio?
Amedeo: “Non parlo più a nessuno!”
Pio: “Voglio che sia fatta una bella Serie C, con 200-300 squadre. Prendiamo tutte le città che hanno bisogno di calcio, ma no quelle che fanno cazzate, e partiamo col campionato: così facciamo contenti tutti. Presidenti, giornalisti, albergatori. Chi ha tradizioni non può stare nei dilettanti!”.

I tuoi auguri al Foggia.
Amedeo: “Voglio fare un augurio speciale non solo alla squadra, ma anche alla città. Il calcio è ciò che ci rappresenta, quello che ci unisce, è la maglia, il senso di orgoglio. Auguri, e ancora 100 anni ricchi di soddisfazioni”.
Pio: “Auguro di tornare a sorridere. Io vedo l'aspetto sociale del calcio, non solo il pallone, e so che è un buon viatico per vedere la genre serena, sorridente: al sud ci sono tante difficoltà, ma Foggia è troppo spesso additata nel peggiore dei modi. Ma facciamo vedere chi siamo”.

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