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Capozucca sul Genoa: "La sconfitta col Parma è stata pesante. Non può attardarsi in classifica"

di Pietro Lazzerini
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© foto di Federico Gaetano

L'ex direttore sportivo del Genoa e decano tra i dirigenti italiani Stefano Capozucca, ha parlato a Lady Radio: "Sicuramente il prossimo sarà un mercato sulla falsa riga di quello estivo, quindi influenzato dal Covid. Inutile girarci intorno: il Covid ha inciso dappertutto, e così nel calcio. Basti sentire l'urlo dei dirigenti in merito alle difficoltà economiche delle squadre".

Il ruolo del dirigente oggi?
"È normale sia cambiato per l'introduzione dei consulenti e degli intermediari, diventati parte importante del sistema. Questo è dovuto anche al fatto che molti della nostra categoria hanno scarsa conoscenza del mercato e del sistema calcio, così si affidano a specialisti. Ma le squadre oggi hanno bisogno di maggior presenza del direttore sportivo rispetto a prima. Io penso ai miei tempi: a novembre io andavo via un mese, stavo tra Brasile e Argentina per seguire talenti. Oggi un dirigente non può mai lasciare sola la squadra. Ormai gli intermediari sono diventati parte essenziale del sistema. Ma ripeto: non è solo per avere più conoscenze, ma anche perché in molti di noi dirigenti l'hanno voluto. E oggi si lamentano perché hanno troppa importanza".

L'attività di scouting?
"È fondamentale. La figura del direttore sportivo oggi è cambiata perché ha meno possibilità di vedere partite, quindi ci vogliono gli scout. In Italia penso a Sartori, che non segue la squadra ma in prima persona va a vedere i giocatori che gli vengono segnalati. Oggi ti propongono un giocatore e te con lo scouting devi sapere che valore ha. Non esiste più il faccio tutto io. C'è un gruppo di collaboratori con una persona che ha il ruolo di responsabilità. L'importante è non cadere dal pero quando ti propongono un giocatore".

Nella Fiorentina, di chi sono le colpe della situazione?
"Si è sempre sotto esame, devi metterlo in preventivo. Quello del dirigente è un lavoro anomalo, perché puoi vendere bene e pensi di aver fatto un buon lavoro, poi dipendi da chi va in campo. E se perdi le partite le cose non vanno bene, così come è vero anche il contrario. È normale che sotto accusa ci sia anche la dirigenza".

Stupito dai risultati della Fiorentina?
"Insieme a Torino, fanno un po' specie per la classifica che hanno. Nessuno si poteva immaginare che fosse a lottare per la retrocessione, però oggi la classifica dice questo".

Prandelli?
"Ha una certa esperienza e ha fatto bene a Firenze, quindi ha già l'ammirazione del pubblico di Firenze che è sempre esigente e si aspetta la squadra sempre sulla parte sinistra della classifica. Con Della Valle si è fatta anche la Champions, non dimentichiamolo. La Fiorentina non è una società normale, è importante e merita rispetto. Prandelli può creare entusiasmo, ma essendo subentrato e avendo subito perso con la partita è stato sfortunato. Domenica è un test difficile: chi perde tra Genoa e Fiorentina è messo male".

Il Genoa?
"Il clima è difficile. Quest'anno è un campionato anomalo, senza preparazione estiva. Se una squadra si attarda in classifica quest'anno hai molti più problemi rispetto alle scorse stagioni. Il Genoa è in difficoltà, la sconfitta in casa col Parma è pesante e li aspetta un trittico di partite difficili. Fiorentina, Juventus e Milan in quattro giorni".

Che filosofia deve portare avanti da ds?
"Le strategie le detta la proprietà. Non so quale abbia quella della Fiorentina, penso che si debba pensare a lungo termine. invece con i parametri zero si cercano risultati immediati. Pantaleo (Corvino, ndr) non si discute: ha sempre cercato giocatori che sarebbero diventati grandi con la Fiorentina. Poi ci sono situazioni come quella di Ribery che è un acquisto indovinato: ha dimostrato di avere ancora tanta voglia di vincere".

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