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...con Tommaso Berni

di Alessio Alaimo
“Inter, è stato un sogno: spero in una nuova chiamata. Gettate le basi per qualcosa di grande. Rapporto top con tutti, Icardi non era mela marcia. Radu, vai a giocare. Meret il portiere del futuro”
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© foto di Federico De Luca

L’Inter nel cuore, per sempre. Tommaso Berni, trentasette anni, da ieri non è più un giocatore nerazzurro. Ma parla ancora da parte integrante del gruppo. Perché sei anni in uno spogliatoio dove ti sei imposto piano piano difficilmente si dimenticano. “Sono stati sei anni meravigliosi. Essere rimasto così tanto all’Inter è stato un grandissimo traguardo”, dice l’esperto portiere a TuttoMercatoWeb.com.

È davvero finita tra lei e l’Inter?
“Ancora ci credo, vorrei giocare un altro anno. So che posso dare esperienza in un gruppo. Magari a Milano, anche se so che non è facile. Aspettiamo...”.

Insomma, resta in attesa della chiamata dell’Inter.
“Sono sempre stato un sognatore, spero succeda. Anche se sapevo che ogni anno diventava sempre più difficile”.

Torniamo indietro di sei anni. Cosa ha pensato quando ha ricevuto la chiamata dell’Inter?
“All’inizio pensavo che il mio procuratore scherzasse. Poi quando la cosa si è fatta più concreta ero pazzo di gioia. Ho sempre cercato di mettere la mia esperienza al servizio dei più giovani”.

I ricordi più belli?
“Tanti. Come scordarsi le partite di due anni fa quando ci siamo giocati la qualificazione in Champions oppure quest’anno che è stato di grande crescita? Abbiamo colmato il gap con le prime e ci siamo giocati una finale, c’è andata male ma sono momenti che non scorderò mai”.

I momenti dopo la finale sono stati molto delicati. Sembrava che Conte andasse via.
“Sono sempre stato convinto che il mister restasse. Anche dopo quelle dichiarazioni. È un comandante, non avrebbe mai abbandonato la nave. Ci è mancata un po’ di esperienza in campo europeo e il Siviglia lo ha dimostrato negli ultimi minuti. Ma guardo avanti: prima con Spalletti e quest’anno con Conte l’Inter è cresciuta e possiamo crescere ancora”.

Possiamo? Parla ancora da giocatore dell’Inter...
“Si. Perché sono legatissimo a tutti. Si è creata la base solida per fare qualcosa di importante. E cercherò sempre di andare a vedere i miei compagni, magari non in tribuna ma a fare baldoria in curva (sorride, ndr). Sarò sempre tifoso dell’Inter”.

Con chi ha legato di più negli anni?
“Ce ne sono tanti. Il trio dei portieri è stato molto coeso, forte. Sia dentro che fuori. Ho avuto un ottimo rapporto con tutti, da Brozovic a Lukaku fino a Barella e molti altri”.

Si diceva che Icardi fosse la mela marcia...
“No. Ho avuto un ottimo rapporto anche con Mauro che è un bravissimo ragazzo. Lo sento spesso. La verità è dentro lo spogliatoio e non fuori, non c’è mai stato un problema con Mauro”.

Il rimpianto è non aver mai giocato?
“No. Magari mi sarebbe piaciuto arrivare con anticipo ai traguardi piuttosto che giocarci tutto alla fine. Quella dell’Inter è una maglia importantissima, non è una squadra come le altre e bisogna dare sempre qualcosa in più. Se vai via dall’Inter devi andare al Real Madrid. Per me è stato un sogno. Ricordo ancora nel 98 che mi fermavo a vedere i campioni, poi ho indossato la maglia nerazzurra. Bellissimo”.

Cosa ha detto a Padelli dopo gli errori nel derby?
“Non c’è stato bisogno di dire nulla. Il ruolo del portiere è delicato, se non giochi con continuità rischi di fare un po’ di fatica. E poi il derby lo abbiamo vinto, la vittoria fa passare tutto in secondo piano”.

Il portiere del futuro?
“Meret. Può diventare un grande portiere. E poi come non citare Donnarumma? È un veterano anche se ha vent’anni. Può diventare tra i migliori al mondo”.

E Radu?
“È il mio punto di vista: quando ha giocato ha fatto bene, l’Inter fa gola a tutti. Ma io avrei continuato a giocare da un’altra parte, anche perché Samir (Handanovic, ndr) è in grande forma e le gioca tutte. Non so quante possibilità avrà, sicuramente l’Inter è una grande scuola che tanti altri non vivono”.

Che sia Inter o da un’altra parte, indosserà ancora i guantoni?
“Ho più voglia di quando avevo vent’anni. So che non è facile trovare una squadra che dia la possibilità di giocare. So qual è il mio ruolo. Mi sono sempre allenato per giocare la domenica, poi conoscevo le gerarchie”.

Il suo saluto ai tifosi nerazzurri?
“Mi hanno voluto bene e dimostrato un affetto meraviglioso. Avranno apprezzato che ho onorato la maglia per quanto ho potuto. Ho raccolto due espulsioni: quando ho vissuto le partite è venuto fuori il mio animo ultra perché sono veramente legato ai miei compagni e alla maglia dell’Inter. Spero in una chiamata, la sogno. Ma intanto ringrazio l’Inter e tutti gli allenatori che ho avuto”.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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