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Dalla Catalogna con furore. Guiu: "Pergolettese nel cuore. Non lascerò l'Italia"

Esclusiva TMW
di Claudia Marrone
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La barca è stata portata in porto, nonostante le acque alle volte troppo agitate: la Pergolettese ha centrato l'obiettivo della salvezza senza neppure passare dai playout, e si appresta così alla sua sesta stagione consecutiva in Serie C. Ma tra le note liete del campionato da poco concluso, non c'è solo il risultato finale, ma anche la stella catalana Bernat Guiu, che a suo di gol (è lui il miglior marcatore dei lombardi) ha trascinato la squadra: è lui, il classe 2000 scoperta del duo dirigenziale Fogliazza-Bolis, a parlare in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com.

Una stagione dai due volti, la vostra: a mente fredda, come ti sei spiegato il repentino cambio che vi ha portato a lottare per salvarvi?
"Siamo partiti molto bene, una squadra giovane ma con grinta che ha detto la sua, ma poi è andata come è andata, abbiamo effettivamente dovuto lottare fino all'ultimo per evitare i playout e conquistare la salvezza diretta. Inizialmente guardavamo anche ai playoff, purtroppo ci sono mancato alcuni punti per poterli centrare, ci è mancata un po' di continuità e gli infortuni non ci sono stati di aiuto. Certo, c'è stata anche qualche sconfitta ingenua, ma nel complesso non è un campionato da buttare: il girone non era facile, e con formazioni con budget diversi dal nostro, ma ci siamo salvati. E le difficoltà ci hanno fatto crescere".

Diverso, invece, il discorso personale...
"A livello personale è stata la stagione più importante della mia carriera, ho segnato otto gol e fatto sei assist, che sono per me un buon bottino, trovando anche continuità delle prestazioni. Certo, se non fosse arrivata la salvezza il discorso sarebbe diverso: i miei gol son stati pesanti perché hanno contribuito al raggiungimento dell'obiettivo del gruppo, e questo è quello che conta di più".

Da ormai tre anni sei nelle fila della Pergolettese: come racconteresti questo club?
"Sono molto legato alla società, che mi ha accolto subito come un figlio, e mi trovo benissimo anche a Crema, la qualità della vita è ottima. Il club è molto familiare, ma ha idee, vuole svilupparle, e mette tutti nelle condizioni più giuste per esprimersi. È stata la mia prima esperienza italiana, ma per me l'impatto è stato davvero positivo".

In una vecchia intervista hai detto che ti piacciono i difensori che picchiano: sei sempre dello stesso avviso, a proposito di esperienze?
"(ride, ndr) Ho giocato anche nella Serie C spagnola, e laggiù il calcio è molto diverso: in Italia c'è sì più fisicità, ma anche molta più preparazione. E il tutto si sposa meglio con le mie caratteristiche e con il modo di intendere il calcio. Il campionato è sicuramente molto tosto, ma a me piace e mi trovo bene".

In Spagna hai però avuto modo di affrontare il tuo idolo, Leo Messi. In Italia chi vorresti affrontare?
"Con la Pergo abbiamo già affrontato, seppur in amichevole, club come Milan e Inter, e ho avuto modo di affrontare Lautaro, Lukaku... tutti campioni veri. E anche questo, per me, è come realizzare un sogno".

Ma hai già prenotato l'appuntamento per tatuarti Leo Messi con la Coppa del Mondo tra le mani?
"No, è ancora troppo presto. Ma per noi catalani Messi è un dio".

Torniamo alla tua avventura calcistica in Spagna, dove nasci come terzino. Come sei finito a fare l'attaccante?
"Quando in Spagna ho fatto il salto in prima squadra, mi hanno provato come terzino, anche se poi in realtà, in effettiva, ero più in quinto. Da li ho iniziato ad avanzare, e come esterno d'attacco o seconda punta mi trovo bene, sono ruoli che mi piacciono. Anche se amo molto spaziare, e non ho problemi ad adattarmi ad altre situazioni, sono duttile e questa è una caratteristica che voglio sfruttare anche per il mio futuro".

Futuro che sarà lontano dalla Pergolettese?
"Sono in scadenza, è vero, e devo ancora parlare con la società. Mi piacerebbe misurarmi anche con altre realtà per capire se davvero posso fare il salto che spero di fare, sicuramente darà il massimo di me in ogni singola avventura, ma una cosa posso tranquillamente dirla: comunque vada, la Pergolettese resterà sempre nel mio cuore, questa bellissima avventura me la porterò sempre dietro, perché mi ha permesso di crescere davvero molto".

Ti piacerebbe tornare nella tua Catalogna?
"No, voglio rimanere in Italia almeno un po', perché, come dicevo prima, il gioco italiano si adatta molto meglio alla mia persona. E mi piace tanto anche il paese, oltre al cibo!".

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