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Il Milan non può rinunciare all'Europa. Se saranno preliminari, serve la professionalità dell'estate del 2006. Finalmente i gol su calcio piazzato

di Carlo Pellegatti
per Milannews.it
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Come mi sarebbe piaciuto affrontare  oggi l’Atletico Madrid. Negli ultimi giorni ho visto, al Louis II di Montecarlo,  il match tra la squadra seconda in classifica del campionato francese, il  Monaco contro il Nizza e martedì, in tv,  la partita del Vicente Calderon, tra gli spagnoli e il Chelsea,  uscendo  con la certezza che il Milan delle cinque vittorie consecutive non debba temere nessuno. Tanto per cominciare, nessuna delle quattro squadre in questione ha messo in campo  un giocatore spettacolare, divertente, irresistibile come Taarabt o un attaccante dalla classe pura come Balotelli. Non sarà facile tradurre queste mie convinzioni in una qualificazione in Europa League perché Roma e Inter sono al massimo della loro condizione psicofisica ma credo che i Ragazzi abbiano la possibilità di regalare ai tifosi un finale di stagione  che potrebbe entrare nella storia. Ovviamente allontano dai miei pensieri, tutte le dietrologie che vorrebbero un Milan poco interessato a conquistare l‘Europa, poco felice di giocare già a fine luglio partite delicate e impegnative. Io  voglio invece  ricordare l’euforia di tutto l’ambiente: dirigenti, giocatori e tifosi, quando nell‘estate 2006, arriva la notizia che il Milan possa giocare i preliminari di Champions League. La prima partita, è bene rammentarlo, viene disputata il 9 agosto, avversaria la Stella Rossa,  solo una settimana dopo l’eventuale prima partita di qualificazione della prossima Europa League. Nessuno, però, si lamenta e piange per le poche vacanze. Eppure era il 2006, anno dei Mondiali, come questo. Eppure si è dovuta accelerare la preparazione eppure… Eppure… Eppure.  Il Milan degli allenamenti anticipati vince, dopo 10 mesi, la Champions League, arrivando in splendide condizioni alla finale, dopo aver disputato  un eccellente girone  di ritorno che lo vede perdere  solo il derby e le inutili due ultime due partite di campionato. Quindi tutte le remore degli scettici sulla convenienza di giocare la manifestazione mi sembrano facilmente confutabili, e ,in caso di qualificazione, vorrei rivivere la medesima gioia, lo stesso entusiasmo di otto ani fa.

Complimenti anche a Clarence Seedorf.  Non ho mai assistito al suo lavoro quotidiano , ma noto delle differenze ,con i Milan del passato, in qualche piccolo ma significativo particolare. Uno su tutti, la cura negli schemi su calcio di punizione. Non ricordo  calci piazzati così ben studiati nella fucina degli artisti di Milanello, durante la  settimana. E’ evidente che sia  stato preparato il calcio piazzato che libera al tiro Montolivo, contro il Catania, o la punizione che vede Mexes solo andare alla conclusione  acrobatica del quale va alta sopra la traversa,  o ancora il lancio di Montolivo, sempre su punizione, che serve Rami per il suo colpo di testa sulla traversa, sabato scorso. E’ la dimostrazione lampante, da parte del tecnico, di una grande passione, di un suo alto coinvolgimento, di un suo forte spirito di appartenenza .  Io non so se l’attuale allenatore verrà confermato nella prossima stagione , ma vorrei che venissero evidenziati dopo le critiche all’inizio del suo lavoro, anche i meriti di queste ultime settimane, figli probabilmente di qualche aggiustamento rispetto alle due idee  di partenza . I colloqui avuti con la Società lo hanno certamente aiutato ma Seedorf, spesso tacciato di una personalità troppo forte, ha dimostrato , in questa occasione, la giusta umiltà nel cambiare, sinonimo spesso di intelligenza. Meriti da dividere ovviamente con i giocatori, che stanno dimostrando una grande  serietà ed un a forte applicazione, credendo nel lavoro del tecnico, anche se magari qualcuno di loro è stato il primo ad avere dubbi sulle metodologie dell’allenatore.  La Roma è l’avversario più difficile da affrontare ma se I Ragazzi ripetessero la prestazione offerta contro la Juventus o contro l’Atletico, magari accompagnata da un pizzico di fortuna in più, certamente potrebbero compiere la grande impresa.


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