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A Vanoli l’arduo compito di mantenere solida la difesa e rendere il Torino capace di segnare con continuità. E l’augurio di non divenire il capro espiatorio

di Elena Rossin
per Torinogranata.it
Fonte Elena Rossin
www.imagephotoagency.it
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Trentasei non è il voto minimo con il quale si otteneva una volta la Maturità, ma il numero dei gol subiti l’anno scorso dal Torino, che gli ha permesso di essere la quarta squadra della Serie A che ha subito meno reti, un risultato da Champions League, e allo stesso tempo di quelli realizzati, per la precisione uno è stato un autogol, che ha collocato i granata relativamente a questo aspetto al quartultimo posto, risultato da salvezza risicata. Ed è stato il bilanciarsi di queste due realtà che ha permesso di agguantare il 9° posto, a pari merito con il Napoli, 53 i punti per entrambe le squadre, ma di non riuscire a ottenere un piazzamento utile per accedere agli spareggi di Conference League.

E’ proprio con queste due realtà legate al campo che dovrà confrontarsi Vanoli, neo allenatore granata. Con onestà va detto subito che il compito che lo attende è arduo e non perché è al suo primo campionato da titolare di una panchina di Serie A bensì perché dovrà far fronte a ciò che è il Torino Fc. Ha già toccato con mano la lentezza e la capa tosta che ha il suo nuovo club nelle trattative. E’ dovuto infatti trascorrere un lasso di tempo di ben 18 giorni da quando lui aveva conquistato la Serie A con il Venezia, battendo uno a zero la Cremonese nella gara di ritorno dei playoff, era il 2 giugno, a ieri, il 22, quando finalmente è stato annunciato che era il nuovo allenatore del Torino. Questo perché la dirigenza granata si era impuntata e non voleva pagare per intero il milione della clausola che gli avrebbe permesso di lasciare anticipatamente, rispetto alla scadenza del contratto, i lagunari. Diciotto giorni per risparmiare poi di fatto 200 mila euro, che per tantissimi è una cifra molto elevata, ma che nel mondo del calcio sono l’equivalente di qualche monetina. Vanoli quindi potrà immaginarsi, se già non lo sa per essersi informato precedentemente, quanto dovrà penare per ricevere i giocatori che gli servono. Trattative estenuanti che poi non sempre vanno a buon fine con la conseguenza che si deve ripiegare sulla seconda o terza scelta. Giocatori che a lui servirebbero, ma che non arriveranno perché considerati troppo costosi e quindi ancora una volta ripiegare su altri obiettivi. Preparazione estiva che inizia senza la rosa al completo e non solo perché alcuni calciatori arrivano dopo poiché hanno disputato l’Europeo, ma perché quasi certamente verranno presi negli ultimi giorni di mercato, come sempre accaduto nelle stagioni precedenti.

Di certo Vanoli avrà chiesto chiarezza a Cairo e Vaganti se Buongiorno e altri fra i giocatori migliori saranno ceduti per fare cassa oppure chi di loro resterà, ma se anche avrà avuto delucidazioni in tal senso è meglio che sia pronto alla possibilità che vengano mutate a fronte di offerte che nell’arco del mercato potrebbero arrivare che andranno magari a sommarsi a cessioni che non sono andate in porto o che non si sa se andranno a buon fine e quindi chi avrebbe dovuto restare va invece via.
Sono cose che capitano in tutte le società di calcio, ma che inevitabilmente si scontreranno con il suo lavoro che già dovrà far fronte alle due realtà legate al campo, gol fatti e subiti nella passata stagione, della squadra che eredita da Juric. E poi quando finalmente si chiuderà il mercato potrebbe ritrovarsi a dover gestire giocatori che non rientravano nei suoi piani tecnici ai quali il Torino non è riuscito a trovare una collocazione altrove e buchi nella rosa che non sono stati colmati e/o non abbastanza alternative di qualità che gli permettano di contare adeguatamente a partita in corso quando deve fare sostituzioni.

Vanoli avrà bisogno di grande sostegno che di solito arriva da tifosi e media all’inizio e che poi se ci saranno difficoltà potrebbe non essere più così compatto. Dietro alla facciata di chi lo accoglierà bene si cela sempre un po’ di scetticismo dettato dalle più svariate ragioni e non sempre legate ai risultati sul campo. La riconoscenza poi di quanto di positivo potrà anche fare col tempo potrebbe troppo facilmente mutare prima in qualche critica mossa qua e là e poi in un voltare le spalle nella migliore delle ipotesi e nella peggiore nel ricevere vere e proprie pugnalate alla schiena perché tanto ormai il vento è girato e gli adulatori hanno gettato la maschera in quanto è più facile e meno rischioso prendersela con il capro espiatorio. E allora diverrà inutile il sostegno di chi invece mantenendo sempre onestà intellettuale avrà bilanciato il suo lavoro valutando le cose positive e le negative, ma soprattutto ciò che ha avrà fatto per il vero bene Toro e ciò che non ha potuto fare poiché non messo nella condizione di farlo.
Ben arrivato Paolo Vanoli, di cuore davvero le si augura il meglio.


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Giovedì 27 Giugno 2024